Lavoratori di Città della Scienza in assemblea: sì al commissario

I lavoratori in assemblea a Città della scienza
Azzeramento degli organi statutari attuali «responsabili della crisi» e «commissariamento». È questa «l'unica possibile soluzione»...

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Azzeramento degli organi statutari attuali «responsabili della crisi» e «commissariamento». È questa «l'unica possibile soluzione» per Città della Scienza, polo scientifico di Napoli nel quartiere Bagnoli, secondo i lavoratori che continuano il loro stato di agitazione e che, spiegano in una nota, si sono opposti allo svolgimento dell'assemblea dei soci della Fondazione Idis Città della Scienza, convocata questa mattina per discutere l'approvazione del bilancio 2016. All'assemblea si erano comunque presentati «solo 3 soci», fanno sapere i lavoratori, spiegando che il mancato svolgimento «costituisce l'ennesima dimostrazione della impossibilità degli organi statutari in carica di assicurare il ripristino dell'ordinaria gestione della Fondazione, necessità espressa dalla Regione Campania con la sua diffida del 7 novembre».


I lavoratori dicono «basta a tutti i tentativi, strumentali e dannosi, finalizzati all'attuazione di  soluzioni che vedano coinvolti gli stessi soggetti che hanno determinato la crisi in atto o, comunque, di  soluzioni che non garantiscano la necessaria discontinuità rispetto al passato» e ribadiscono «che l'unica soluzione possibile per salvare Città della Scienza è l'azzeramento di tutti gli organi statutari attuali responsabili della crisi, e l'intervento di soggetti terzi in grado di segnare un radicale cambiamento». Secondo i lavoratori infatti «soluzioni diverse non consentirebbero di far emergere le reali responsabilità della crisi e non garantirebbero la sostenibilità della Fondazione».


Secondo i lavoratori «i tentativi in atto di dilazionare l'unica possibile soluzione, azzeramento e commissariamento, aggravano la situazione di crisi, aumentano la sofferenza dei lavoratori e mettono a repentaglio la sopravvivenza della struttura. Non è possibile, quindi, procrastinare ulteriormente radicali interventi risolutivi». In tal senso i lavoratori ritengono «del tutto inutile anche la convocazione del Consiglio di amministrazione del 17 novembre».​
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Il Mattino