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Ha rischiato di morire pur di non lasciare soli i tre cani che, da anni, sono la sua famiglia. È una storia di rinascita, affine allo spirito della Pasqua, quella di Daniel, un clochard 48enne che vive tra le strade e le piazze di Napoli insieme agli amici a quattro zampe per cui darebbe la vita.
Dal primo risveglio al mattino fino alla sistemazione delle coperte in qualche angolino di marciapiede dove trovare riparo per la notte, il tempo di Daniel è sempre stato scandito dai bisogni di Toby, Liuy e della piccola Danka, i tre meticci che lo accompagnano ovunque e che lo hanno salvato dal rischio di intraprendere cattive strade.
Il legame tra loro è così forte e profondo che il 48enne ha rimandato più volte un intervento chirurgico, diventato ormai urgente. Il timore di lasciare i cani da soli o, ancora peggio, di affidarli a persone sbagliate ha fatto perdere tempo prezioso a Daniel che senza una cura immediata per il problema che i medici volontari di strada monitorano da più di un anno, rischia la setticemia. È a questo punto della storia che accade la “rinascita” e per Daniel arriva la soluzione grazie alla collaborazione tra istituzioni, mondo del volontariato e l’Asl napoletana.
Il primo a chiedere aiuto per Daniel e per i suoi cani, è stato Luigi Carrozzo, storico animalista partenopeo fondatore del rifugio dal volto umano “L’emozione non ha voce”, a Chiaiano, dove la maggior parte dei cani scorrazzano felicemente e liberamente tra prati e recinti aperti. «La situazione che mi è stata segnalata era complicata perché l’operazione a cui Daniel deve sottoporsi urgentemente è fissata per il 4 aprile ma, di sicuro, non si sarebbe ricoverato per evitare la separazione dai suoi cani» spiega Roberta Gaeta, consigliera regionale e referente dei diritti degli animali per la Regione Campania, ruolo già svolto in passato come assessore comunale con delega anche alle Politiche sociali.
Il grido d’aiuto partito dal mondo animalista, dunque, ha innescato una rete di collaborazioni e sinergie con l’obiettivo di non rimandare in nessun caso l’intervento che scongiurerà il rischio di setticemia per Daniel. L’accoglienza per i cani, prevista orientativamente per una settimana, dopo la quale Daniel dovrebbe essere nelle condizioni di poter tornare a vivere in strada, è solo uno dei tasselli del mosaico di azioni inclusive programmate per il clochard e la sua famiglia a quattro zampe. Nei prossimi giorni i trasferimenti del 48enne all’Ospedale del Mare e dei tre cani al rifugio comunale, previsti per il 2 aprile, saranno realizzati grazie all’Unità Mobile di strada per i senza fissa dimora del comune partenopeo e all’unità Cinofila dell’Asl Napoli 1 Centro, azienda sanitaria competente anche per il ricovero ospedaliero del clochard, all’Ospedale del Mare. Ovviamente Daniel continuerà ad essere seguito e monitorato, anche durante il ricovero, dai volontari medici di strada che ogni giorno lo assistono e che assicurano le cure ai tanti senza fissa dimora a Napoli.
«Questa volta Napoli è stata l’esempio di come la sinergia tra le istituzioni con il supporto del mondo del volontariato e animalista, possa risolvere situazioni complicate e all’apparenza difficili» spiega Gaeta che riconosce come l’intervento sia stato funzionale grazie alla «fiducia riposta nelle varie realtà intervenute condividendo un solo obiettivo, ognuno assolvendo il proprio ruolo e responsabilità». La storia di Daniel dimostra l’importanza «dell’ascolto del bisogno» e, in questo caso, l’importanza di considerare Toby, Liuy e Danka una famiglia di cui farsi carico per il clochard ora pronto a curarsi e rinascere.
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