Napoli, le notti da incubo dei clochard: «Picchiati e derubati mentre dormiamo»

Clochard galleria Principe di Napoli
La galleria principe di Napoli ed i clochard. Un triste connubio che dura da troppi anni. Sono in tanti e tutti avvolti nei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno




La galleria principe di Napoli ed i clochard. Un triste connubio che dura da troppi anni. Sono in tanti e tutti avvolti nei cartoni o nelle coperte portate sul posto dai gruppi di ragazzi che ogni settimana provvedono a sfamarli e vestirli.





Sono Italiani, Rumeni e di molte altre nazioni Europee. Tra loro c'è anche Gianluca, un uomo di 42 anni di Casoria che timidamente, decide di raccontare la propria storia. «Vivevo con mia moglie» racconta, «prima di andar via di casa a causa della droga».



«Non ne facevo solo uso purtroppo. Ho iniziato a venderla e questo mi ha isolato dai miei affetti e dalla mia famiglia. Mio figlio poi, lo vedo solo una volta a settimana ed ora che ha sedici anni vorrei stargli più vicino, anche se mi rendo conto di non essere stato un buon padre». Parlando con Gianluca si capisce cosa si prova a dormire in strada. La risposta è secca: «Paura».



Paura che qualcuno si approfitti della loro condizione. Parla del timore di essere derubato di quei pochi spiccioli o peggio ancora, di non svegliarsi più. «Giù alla ferrovia è peggio» continua «molti di noi vengono addormentati con gli spray o picchiati durante la notte. Io non voglio più questa vita e farò di tutto per cambiarla».



Una speranza per i clochard della galleria, viene dai giovani volontari che sempre più spesso affrontano il freddo e le intemperie per portare il sorriso nei luoghi della disperazione. «Una tazza di latte caldo ed una parola di conforto" conclude Gianluca "sono l'unica cosa che ci fa rendere conto di essere ancora esseri umani».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino