Napoli: operaio morto a Secondigliano, ​scatta lo sgombero della piscina

Napoli: operaio morto a Secondigliano, scatta lo sgombero della piscina
In città sono diversi gli impianti sportivi abbandonati e inutilizzabili. Tra questi la piscina di Secondigliano, quartiere nell'area nord di Napoli, per la quale...

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In città sono diversi gli impianti sportivi abbandonati e inutilizzabili. Tra questi la piscina di Secondigliano, quartiere nell'area nord di Napoli, per la quale è stata presa una importante decisione da parte del Comune, proprietario del complesso. L'amministrazione ha avviato lo sgombero coatto amministrativo della struttura che, nei mesi scorsi, è stata teatro dell'incidente mortale che ha coinvolto un operaio.

In particolare, è il Servizio 'Gestione grandi impianti sportivi' del Comune di Napoli a disporre lo sgombero coatto amministrativo ad horas in danno del soggetto detentore, la FIN Federazione Italiana Nuoto, e dell’occupante materiale, ovvero l'associazione sportiva Aquila Nuoto. Entrambi «sine titulo» secondo la disposizione dirigenziale firmata nelle ultime ore che invita a «lasciare completamente libero da cose e persone l’impianto natatorio» realizzato nell'ambito dell'ex legge 219. Il riferimento è alla parte della piscina di corso Secondigliano 292 non interessata dal sequestro deciso in seguito alla morte dell'operaio che, lo scorso 11 maggio, era impegnato in un sopralluogo sul tetto dell'impianto di Napoli Nord. Dunque, gli uffici di Palazzo San Giacomo concedono dieci giorni, dalla notifica del documento, alla Federazione e all'associazione sportiva per liberare tutti gli spazi e, contestualmente, hanno chiesto di recuperare le «somme dovute» calcolate in quasi 116mila euro.

A ben vedere l'atto del Comune richiama vecchie richieste, come l’avvio del procedimento di sgombero datato giugno 2018 per ottenere «l'immediato recupero dell’impianto natatorio». A febbraio 2022, inoltre, i due soggetti hanno ricevuto una  diffida all'immediata riconsegna della struttura «con diffida al pagamento e contestuale messa in mora di tutte le somme fino a tale data dovute».

La perdurante occupazione dell'impianto sportivo di Secondigliano, infatti, impedisce al Servizio ‘Gestione grandi impianti sportivi’ di procedere a quanto richiesto dall'Autorità sanitaria dopo l'incidente registrato in primavera. È necessario «ripristinare la conformità dei luoghi di lavoro ai requisiti di sicurezza» e, più in generale, operare «per consentire il riutilizzo del bene in questione per la sua naturale destinazione istituzionale», come evidenziato nell'atto del Comune. Intanto, i primi di agosto dalla giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi è stato specificato che, per la struttura di Secondigliano, ci sono a disposizione centottanta giorni «per effettuare eventuali interventi, mentre per i fondi necessari si è svolto un confronto con l’assessore al Bilancio per individuare le fonti di finanziamento».

Tempi strettissimi per intervenire nel bene comunale per eliminare i pericoli e per rimetterlo in sesto così da riconsegnarlo alla cittadinanza ma la Federazione e l'associazione sportiva potrebbero proporre ricorso all'atto prodotto da Palazzo San Giacomo. Circostanza che dilaterebbe i tempi per intervenire sulla piscina, una delle diverse chiuse in città e negate ai numerosi atleti.

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Il Mattino