Confagricoltura, Giansanti:«Futuro Europa dipende dal suo bilancio agricolo»

«Senza risorse finanziarie adeguate e incentivi pubblici agli investimenti per le innovazioni, anche l'autonomia alimentare della Ue è a rischio», le parole di Giansanti

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti
Dalla Sala dei Baroni del Maschio Angioino, Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, ha lanciato l'allarme: «Il futuro dell'Unione Europea...

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Dalla Sala dei Baroni del Maschio Angioino, Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, ha lanciato l'allarme: «Il futuro dell'Unione Europea dipende dalle decisioni che saranno assunte, in particolare, sul debito comune per gli investimenti e sul mercato unico dei capitali. Il nuovo Patto di stabilità assolutamente non basta, con un bilancio dell'Unione fermo all'1% del PIL degli Stati membri».

A Napoli per l'assemblea regionale di Confagricoltura Campania, Giansanti ha molto insistito su questo punto: «La questione delle risorse finanziarie è fondamentale e ineludibile. L'attuale bilancio agricolo della UE è assolutamente inadeguato. Non può reggere all'impatto del prossimo allargamento dell'Unione. Solo l'estensione della PAC all'Ucraina avrebbe un costo di 100 miliardi di euro in sette anni. Occorre definire gli orientamenti politici di fondo sulle risorse finanziarie da assegnare all'agricoltura dopo il 2027, prima dell'apertura dei negoziati con i Paesi candidati».

Nel frattempo, senza attendere la nuova riforma della PAC, secondo il presidente di Confagricoltura «si deve proseguire nella riduzione e nella semplificazione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese. Va affrontato anche il tema delle pratiche sleali e del principio di reciprocità da applicare nei rapporti commerciali con Paesi Terzi. Ci sono ancora troppe misure - ha detto Giansanti - che non favoriscono le imprese europee e ancora tanto c'è da fare per sostenere i prezzi all'origine e riconoscere il giusto valore alle produzioni».

Poi è toccato al presidente regionale Fabrizio Marzano, nonché componente del direttivo nazionale, introdurre i lavori della parte ordinaria dell'assemblea. «Non siamo in competizione con nessuno, abbiamo - ha sottolineato Marzano, invitando i delegati a recuperare il rapporto con i territori e gli associati - l'orgoglio della nostra identità, di essere forti nei segmenti che rappresentiamo, avendo come stella polare la difesa delle aziende che fanno reddito, perché è solo producendo reddito che si adempie alla funzione sociale propria di un'impresa. Le aziende agricole, anche quelle delle zone interne che operano in condizioni di svantaggio, vanno sostenute ma non sovvenzionate».

All'assemblea sono intervenuti anche i cinque presidenti delle Unioni provinciali e i presidenti delle sezioni economiche regionali.

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Il Mattino