Napoli, Inferrera: «I risultati sono strani potremmo anche decidere di uscire»

Napoli, Inferrera: «I risultati sono strani potremmo anche decidere di uscire»
«Sono sorpreso dai risultati che sono venuti fuori in questi giorni e perciò abbiamo chiesto ulteriori controlli»: Enrico Inferrera, presidente di...

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«Sono sorpreso dai risultati che sono venuti fuori in questi giorni e perciò abbiamo chiesto ulteriori controlli»: Enrico Inferrera, presidente di Confartigianato, esprime le perplessità comuni a quasi tutta la galassia imprenditoriale partenopea. L'associazione fa parte del gruppo di imprese artigiane più vicine all'Unione Industriali. Atraverso l'alleanza con Palazzo Partanna, relativamente al settore dell'industria, la Confartigianato, insieme con Claai e Cna, ha ottenuto 4 seggi nel prossimo consiglio camerale, oltre ad altri tre in settori differenti.


Da che cosa derivano le sue perplessità?

«Innanzitutto da questa aggregazione che si è venuta a creare e che sembra avere la maggioranza. Nella normale vita associativa la realtà mi sembra un'altra. Vedremo se i dati saranno confermati da ulteriori controlli che abbiamo chiesto».

Avete effettuato la richesta di accesso agli atti?

«Si. Lo abbiamo fatto per dare la possibilità ai nostri legali di verificare le carte. Tengo a precisare che tutto questo è stato fatto in maniera molto trasparente e che la richiesta non vuol dire che i dati non siano reali. Lo abbiamo fatto ai primi di febbraio. Il decreto della Regione l'ho visto ieri mattina. Mi è stato notificato in Confartigianato via Pec. Ho preso atto dei dati che mi hanno sorpreso. Preferisco guardare le carte senza dar retta alle voci».

Ha delle perplessità anche sul regolamento per l'elezione degli enti camerali?

«I dati sulle imprese sono relativi al 2012- 2013. È un lasso di tempo lunghissimo. Dal 2013 ad oggi è cambiato tutto il panorama imprenditoriale napoletano. Perciò considero sbagliato rinnovare il consiglio camerale sulla base di quei dati. Fosse per me, andrei all'elezione diretta del presidente. Preferirei una consultazione di questo tipo. Ciascuno vota il proprio rappresentante, un po' come si fa in politica. Lei sa che prima si faceva in questo modo per la commissione provinciale del'artigianato? C'erano alcuni candidati. Le associazoni creavano delle liste ed ognuno sceglieva un rappresentante. D'altronde la Camera ci ha messo due anni a completare le verifiche. E poi ci sono stati tanti ricorsi che hanno allungat i tempi. Sicuramente c'è una legge troppo farraginosa. Ma le carte sono state verificate con troppa lentezza».

Ci potrebbe essere addirittura qualcuno che decide di uscire dalla Camera di Commercio?


«È un'ipotesi che si valuterà nei prossimi giorni. Può accadere che una parte del sistema imprenditoriale voglia vederci chiaro e decida di non partecipare al rinnovo. Se non si raggiungono i due terzi dell'assemblea non si può comporre il consiglio camerale. Su 33 ce ne vogliono 22. Per la Confartigianato è una valutazione che faremo con le altre associazioni che fanno parte del nostro gruppo. Mi riferisco a Cna e Claai. Non ho avuto ancora il tempo di sentirmi con loro. Ci vedremo la settimana prossima e faremo il punto della situazione».
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Il Mattino