Crollo al cimitero di Poggioreale, è caos a Napoli: impossibile identificare i resti, centinaia di morti senza nome

Le procedure di messa in sicurezza di quel che resta dell’arciconfraternita crollata mercoledì notte al cimitero di Poggioreale procedono con celerità. Bisogna...

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Le procedure di messa in sicurezza di quel che resta dell’arciconfraternita crollata mercoledì notte al cimitero di Poggioreale procedono con celerità. Bisogna fare in fretta per consentire l’accesso agli addetti che avranno il compito di eseguire l’operazione più urgente e delicata: il recupero dei resti crollati dai loculi e mescolati alla macerie della struttura. Sarà un’operazione lunghissima ed estremamente complessa. Dovranno lavorare fianco a fianco gli operai addetti allo smaltimento delle macerie e gli addetti necrofori. Vietato sollevare grossi cumuli di macerie e trasferirli su mezzi destinati alla discarica: ogni singola manciata di crollo dovrà essere verificata per evitare di violare la sacralità dei poveri resti coinvolti nel crollo.

Sarà la magistratura a stabilire quando si potrà iniziare a smuovere i resti del crollo. È stata aperta un’indagine e l’area si trova sotto sequestro: nemmeno una pietra potrà essere mossa finché la Procura non avrà fatto eseguire perizie dai propri addetti per iniziare a stabilire le modalità del crollo e poi risalire alle colpe di ciascuno. Da parte degli addetti cimiteriali e dei parenti dei defunti c’è una pressante richiesta di fare in fretta. C’è un dettaglio di non secondaria importanza da tener presente: secondo le previsioni, domenica sera potrebbe esserci pioggia, e se l’acqua piovana aggredisse con vigore quelle macerie nelle quali sono immersi i resti dei defunti, le operazioni di recupero diventerebbero ancora più complesse. Nel frattempo palazzo San Giacomo cerca di mettersi a disposizione dei parenti, ieri pomeriggio è stata diffusa una nota ufficiale: «L’Amministrazione Comunale, d’intesa con la Curia e gli enti titolari del censimento dei loculi, è impegnata a garantire assistenza alle famiglie dei defunti rimasti coinvolti dal crollo al cimitero di Poggioreale. Di seguito il contatto delle arciconfraternite, utile a reperire le necessarie informazioni: 0815516753». Il numero di riferimento sarà attivo, spiega la nota, a partire da questa mattina, dalle ore 9 alle 17. 

Man mano che i resti verranno recuperati dalle macerie, saranno trasferiti in un’apposita area del sedime cimiteriale (probabilmente presso i depositi nell’area del nuovo cimitero), a disposizione dell’autorità giudiziaria prima e dei parenti poi. La questione determinante, però, è che nessuno sarà in grado di dare un nome a quei poveri resti crollati dall’interno dei loculi. Purtroppo a Napoli persiste l’abitudine di trasferire i resti nei loculi avvolgendoli solo in lenzuola bianche, anche sa da tempo una legge imporrebbe l’utilizzo di cassette di zinco sulle quali apporre nome e cognome del defunto oltre alle data di nascita e morta. Si tratta di una norma volta a consentire il riconoscimento dei resti anche in drammatiche situazioni come quella che si è verificata a Napoli l’altro giorno. Invece a Poggioreale, tra le macerie, ci sono solo poveri resti avvolti in lenzuola, senza un mezzo possibile di riconoscimento ufficiale. 

Così quando tutte le salme saranno recuperate, si tenterà di arrivare a un riconoscimento tramite oggetti (collanine o fedi matrimoniali) ma nel crollo gli oggetti potrebbero essere andati perduti oppure addirittura essere finiti su altri resti, sicché anche in questo caso sarà impossibile attribuire con certezza un’identità alle salme, soprattutto quelle di persone morte da molti anni. L’unica certezza potrebbe arrivare da un’analisi del Dna, ma bisognerebbe prevedere l’esame di oltre novecento reperti, quante sono le salme coinvolte nel cedimento di Poggioreale, operazione che avrebbe tempi esasperatamente lunghi e costi onerosissimi.

Da non sottovalutare, infine, la questione delle urne cinerarie che erano custodite all’interno della palazzina cimiteriale crollata. Almeno un centinaio di urne sono state coinvolte nel crollo, la maggior parte s’è spaccata ed ha fatto fuoriuscire il contenuto: si tratta di sacchetti a tenuta stagna che contengono, appunto, le ceneri dei defunti. Adesso quei sacchetti sono immersi nei resti del crollo, lontani dalle urne che consentivano di identificarli: sono tutti uguali, tutti senza un nome. Nel frattempo è partito l’assalto degli avvocati. A decine stanno contattando le famiglie dei defunti proponendo azioni per ottenere risarcimenti. 

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Il Mattino