Napoli, dai processi di camorra a sala della cultura: il destino dell'ex aula bunker

Storie di camorra che si intrecciano con quelle della vita quotidiana di un intero quartiere. Vicende che composero la pagina più buia della città di Napoli e che...

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Storie di camorra che si intrecciano con quelle della vita quotidiana di un intero quartiere. Vicende che composero la pagina più buia della città di Napoli e che lasciano, in un lontano passato, una scia di sangue e degrado. Un passato però, che a quanto pare non è così lontano e che in determinate occasioni ha segnato per sempre il territorio. E' il caso di Cavalleggeri e di quella che è passata alla storia come “ex aula bunker”. Un vero cubo di cemento all'interno del quale – verso la fine degli anni '80 – si tennero numerosi processi di camorra. Proprio qui, in una delle aule ormai abbandonate, si svolsero diverse udienze di uno dei fedelissimi di Raffaele Cutolo – Giuseppe Puca – e noto alla cronaca come “O Giappone”.

 
Oggi a distanza di trent'anni, a Cavalleggeri non resta altro che il ricordo di quelle storie che insanguinarono il capoluogo partenopeo e che sono rimaste impresse per sempre, nella memoria collettiva.

In piazza Neghelli però, campeggia ancora questa struttura e che nel corso degli anni è stata più volte chiusa e riaperta al pubblico, anche come parcheggio abusivo.

Un progetto però, potrebbe cambiare le cose e far rinascere un luogo tetro ed in totale decadenza. Si tratta di una casa delle cultura – ideata da Mario Viglietti segretario dei giovani democratici del quartiere – e che finalmente potrebbe riunire i ragazzi del posto in un luogo nuovo ed innovativo.


«Io sono di Fuorigrotta» dichiara Viglietti, «ma ormai per studiare o per riunirmi con gli amici vado a Pianura. Un luogo di cultura e di aggregazione invece, manca in questo quartiere e riteniamo che sia il caso di iniziare a progettarlo. Questa struttura rappresenta il male ed un passato che tutti noi vigliamo dimenticare. Al suo interno è nostra intenzione far rivivere la cultura e l'amore per lo studio ed i libri. L'aula bunker ci è stata indicata proprio dai giovani del quartiere perchè a quanto pare è vista ancora come un elemento fastidioso sul territorio. L'edificio fu adoperato anche come deposito dall'Agenzia delle Entrate ma ad oggi ancora ci è difficile parlare con qualche responsabile. Speriamo che tutto possa essere fatto al più presto ma proprio in tal senso chiediamo l'aiuto di tutti. C'è bisogno – soprattutto in questo periodo – di restituire dignità e cultura alla nostra città».
 
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Il Mattino