Vincenzo De Luca parla come se fosse già commissario. Lui, che sulla sanità ha costruito la difficile campagna elettorale che gli ha permesso - tra mille colpi di...
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Ma De Luca ci crede e ci punta, tant’è che davanti a medici ed addetti ai lavori ha elencato, ad uno ad uno, tutti gli interventi che servono alla sanità campana per risalire la drammatica classifica dei livelli essenziali di assistenza.
In un territorio dove in poche settimane è successo di tutto - dai pazienti curati sul pavimento all’ospedale di Nola al blitz antiassenteismo al Loreto Mare fino agli appalti truccati al Pascale - è legittimo credere e sperare che qualcosa possa cambiare? Qualche segnale può far pensare che non si tratti di un azzardo. Lo dimostrano gli incoraggianti passi in avanti che si sono registrati sui tempi di intervento per le fratture al femore e per il tumore al seno e il lavoro di tante eccellenze che operano quotidianamente con coraggio e passione in un contesto depresso. Ma la strada resta lunga e in salita. Perché in Campania sopravvivono alcune asimmetrie che hanno l’effetto di una zavorra. In primis il rapporto, ancora squilibrato e per certi aspetti perverso, tra pubblico e privato, strettamente collegato al nodo dell’intramoenia, su cui troppo spesso si è fatto finta di nulla. Va poi affrontato di petto e risolto il problema della medicina di base e dello sviluppo di una rete territoriale ancora oggi praticamente inesistente, nonostante gli insopportabili annunci degli amministratori di turno.
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