Operazione della Polizia di Stato contro il clan camorristico Falanga. Gli agenti del Commissariato di Torre del Greco,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Operazione della Polizia di Stato contro il clan camorristico Falanga. Gli agenti del Commissariato di Torre del Greco, coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno eseguito 54 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati, considerati affiliati al clan. Le indagini hanno permesso di sgominare un traffico illecito di sostanze stupefacenti tra Napoli, Caserta e Salerno.
L'operazione, secondo quanto riferisce il procuratore aggiunto della Repubblica, Giuseppe Borrelli, ha consentito di accertare l'esistenza di una complessa organizzazione, dedita al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti, gestita da esponenti di rilievo della cosca operante a Torre del Greco.
Già nel 2012, a seguito dell'operazione 'Reset' a carico di 35 affiliati al clan, si era accertato che il sodalizio criminale controllava le estorsioni ai danni dei gestori di videogiochi.
Ora è arrivata la conferma che il clan gestiva anche il traffico di droga e il rifornimento di piazze cittadine. Le indagini hanno ricevuto «un contributo significativo dalle collaborazioni dei protagonisti dell'organizzazione» che, spiega Borrelli, hanno deciso di recidere i rapporti con la criminalità ed il territorio.
L'organizzazione si occupava di diverse tipologie di stupefacenti, cocaina, hashish, marjuana e canapa indiana grazie a una fitta rete di spacciatori nel comune di Torre del Greco, Napoli, Massa di Somma, Procida e altri paesi tra le province di Salerno e Caserta.
Le donne. Sei le donne arrestate nell'operazione Free Tower, pusher in gonnella che, per parentela e per abilità nello smercio, erano diventate le principali spacciatrici dell'organizzazione. In particolare, le sorelle di Aniello Pompeo, uno dei tanti pentiti del clan Falanga: lavoravano per lui spacciando al dettaglio in casa, procacciando clienti e portando carichi di droga, da sole o in gruppo. Semplice ma chiaro l'accordo economico tra i Pompeo e le sue sorelline Barbara e Rosa: ogni 6 pallini di cocaina venduti, il collaboratore di giustizia, all'epoca considerato capo piazza dello spaccio, dava alle sorelle il ricavato di uno, pari a 65 euro.
I minorenni. Le indagini che hanno portato all'arresto di cinquantadue persone questa notte a Torre del Greco hanno investito, oltre alla Dda, anche la procura dei minori.
I pentiti. Per gli affiliati sono "infami e pentiti" ma per la Dda sono preziosi informatori: se l'inchiesta è stata condotta a termine lo si deve soprattutto a Domenico Mimì Falanga, figlio del capoclan Peppe o' struscio e ad Aniello Pompeo, capopiazza del gruppo. Ancora, a Marco Palomba, Gerardo Caruso, Maurizio Magliulo. E. ovviamente, a Isidoro Di Gioia, figlio del padrino Gaetano o tappo, scampato all'agguato mortale in cui il padre fu trucidato a Torre del Greco. Con la loro scelta di diventare collaboratori di giustizia, se volete pentiti di camorra, squarciano un velo di omertà e ricostruiscono i movimenti del clan Falanga. Facendo i nomi di pusher, spacciatori al dettaglio e corrieri. Indicando ai magistrati gli incarichi criminali di ogni componente della banda. Riconoscono nelle foto gli indiziati e li incastrano, consentendo alla giustizia di assestare il colpo definitivo al clan di Torre del Greco. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino