Napoli, una giornata all'Edenlandia per i bambini ucraini

«Ogni settimana, mi auguro che la guerra finisca ed io e la mia bambina possiamo tornare a casa - racconta Alessandra, una donna ucraina scappata dalla Guerra ...

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«Ogni settimana, mi auguro che la guerra finisca ed io e la mia bambina possiamo tornare a casa - racconta Alessandra, una donna ucraina scappata dalla Guerra  insieme alla sua bambina -. Ora siamo a Napoli da mia sorella ma il mio pensiero e per la mia famiglia che si ritrova ad essere bombardata ogni giorno».

Le prime vittime di una guerra sono i bambini, sempre. Quei bambini che diventano profughi, una parola da grandi, che sono strappati dalle loro case e sbattuti nei rifugi o messi in marcia, affamati, verso una normalità che diventa l’unica speranza possibile. I loro occhi, inevitabilmente non saranno più gli stessi, per sempre. 

Questo pomeriggio l’associazione “Donne per il sociale Onlus” ha permesso a 25 bambini ucraini, arrivati a Napoli chi accompagnati dalle mamme,  chi invece accompagnati dal coraggio di mettersi in salvo da soli, di vivere una giornata di spensieratezza all’Edenlandia, il parco giochi partenopeo. I bambini erano accompagnati da alcuni interpreti che hanno dato loro la possibilità di comunicare.

«Riportare un po' di normalità e spensieratezza - dichiara Patrizia Gargiulo, presidente dell'associazione che combatte la violenza contro donne e bambini - è il primo pensiero che abbiamo fatto alla notizia dei primi bambini arrivati a Napoli. Gli ultimi sono arrivati proprio l'altro giorno e portano ancora negli occhi la tristezza e lo sgomento per aver dovuto lasciare tutto, dalle proprie case, ai giochi, agli affetti, ai papà». 

Ed è proprio nel giorno della festa del papà che è stata organizzata questa gita, per non far  sentire i bambini ancora più lontani dai propri papà, rimasti in Ucraina per combattere una guerra così assurda. La giornata ha anche il patrocinio de il Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Campania, prof. dott. Giuseppe Scialla.

Mentre gli adulti raccontano, combattono e cercano di sopravvivere agli effetti dell’invasione russa in Ucraina, ci sono dei piccoli che osservano tutto in silenzio. Cercano protezione in quegli adulti che li nascondono nei bunker, 
che li portano con loro in fughe lunghe e complicate verso destinazioni dove l’obiettivo è uno solo: sopravvivere.

«Sono qui ad aiutare perché so cosa significa, sono ucraina,sono mamma, sono nonna - spiega Halyna -. Tanti bambini sono arrivati da Kiev da soli,senza genitori perchè stanno combattendo e hanno messo in salvo i loro. Con questa giornata noi proviamo a dare loro un po' di divetimento dopo lo stress che hanno subito dopo il lungo viaggio».

Nei momenti più drammatici anche le piccole cose possono fare la differenza. Soprattutto per i bambini e questa giornata, anche se solo per poche ore, ha permesso a queste persone di rivivere una nuova normalità in una città totalmente da scoprire. 

 

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Il Mattino