La rabbia, l’indignazione e la denuncia dei cittadini, anche sui social network, per il danneggiamento dell’edificio centrale delle Poste Italiane in piazza Matteotti,...
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L'edificio di interesse storico risalente al ventennio fascista, esempio di architettura degli anni ’30, è stato vandalizzato e preso d’assalto dai writers che con le bombolette spray hanno imbrattato con tag, scritte e graffiti l’intero perimetro del palazzo in marmo. Questo non è un caso isolato, ma tanti altri monumenti e palazzi storici portano i segni di un oltraggio alle regole del decoro ormai sistematicamente e spesso impunito. Sono sempre più numerosi coloro che partecipano alle marce antidegrado con l’obiettivo di ripulire le mura dei palazzi storici del centro storico. Ad organizzarle tramite i social ci pensano quei movimenti per il decoro urbano nati in maniera spontanea nel corso di questi ultimi anni.
Sono sempre più numerosi coloro che partecipano alle marce antidegrado con l’obiettivo di ripulire le mura dei palazzi storici del centro storico. Ad organizzarle tramite i social ci pensano quei movimenti per il decoro urbano nati in maniera spontanea nel corso di questi ultimi anni.
Non c’è pace per i monumenti napoletani, infatti, le associazioni culturali e movimenti civici “Comitato Portosalvo”, “I sedili di Napoli”, “Celanapoli” e “Sii turista della tua città” denunciano quotidianamente gli scempi sui monumenti ad opera di writers che in questo modo pensano di esprimere, diciamo così, la propria arte. «Scarabocchi e imbrattamenti - dice Giuseppe Serrori, presidente dell’onlus “I Sedili di Napoli” - è quanto più vigliacco ci possa essere. Doppiamente vigliacco quando questo afflato vandalizzatore si scaraventa contro uno dei palazzi più belli nel cuore della city». Un writer, che chiede di rimanere anonimo, difende la categoria: «chi deturpa i monumenti sono degli imbrattatori, cosa ben diversa dai writers, noi siamo artisti contemporanei che produciamo “street art” colorando le città per dare un’anima alle pareti di cemento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino