Napoli è emergenza babygang: «Agiscono senza zone franche»

Napoli è emergenza babygang: «Agiscono senza zone franche»
La violenza delle babygang ha una nuova strategia, sconfina anche in quartieri della città fino a poco fa ritenuti «zone franche», e si ispira a modelli...

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La violenza delle babygang ha una nuova strategia, sconfina anche in quartieri della città fino a poco fa ritenuti «zone franche», e si ispira a modelli negativi e sempre più feroci. «È una sorta di evoluzione criminale del bullismo che non può essere sottovalutato ma deve essere oggetto di grande attenzione da parte di tutte le istituzioni». È così che il presidente della Corte di Appello Giuseppe De Carolis di Possedi commenta il fenomeno delle cosiddette babygang analizzando i dati sull’annuale andamento della giustizia. A leggere i numeri su reati commessi e processi celebrati, più di emergenza si potrebbe parlare di nuove modalità di azione su cui l’attenzione degli uffici giudiziari resta alta: i baby criminali sono più violenti e agiscono un po' ovunque.


«Fermezza e recupero» devono essere gli aspetti centrali nell’opera di contrasto al fenomeno secondo il procuratore generale Luigi Riello. L’obiettivo dovrà essere frenare il senso di impunità che incoraggia la violenza e investire anche nella prevenzione, nella bonifica sociale, nel sostegno a famiglie in difficoltà.


Nel complesso, tuttavia, i dati su reati e giustizia descrivono una situazione di non particolare emergenza. Il numero dei reati più gravi è in calo rispetto al passato, e così il numero di procedimenti iscritti: - 15,1% presso le procure del distretto e - 24% presso il tribunale dei minorenni. Nell’ultimo anno sono diminuiti le rapine, le estorsioni, i furti, le associazioni a delinquere semplici, le violenze sessuali. Resta alto l’allarme per le connivenze tra camorra, politica e imprenditoria e su un abusivismo dilagante. «Questo appena concluso - ricorda Riello - è stato l’anno della tragedia di Torre Annunziata, degli incendi sul Vesuvio, del terremoto di Ischia che altrove non avrebbe fatto i danni che ha fatto sull’isola». Dai vertici giudiziari è assicurato un impegno sempre maggiore per la tutela dell’ambiente. Nel nostro territorio si contano 64 abitazioni abusive ogni 100 e nel campo degli interventi e delle demolizioni i magistrati hanno segnalato una scarsa collaborazione da parte di amministrazioni locali.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino