Napoli Est, continua il presidio davanti al sito di stoccaggio: i residenti contrari al progetto del Comune

La protesta dei residenti della periferia orientale della città continua davanti all'ex Icm in via Nuova delle Brecce a Barra. In queste ore è in corso lo...

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La protesta dei residenti della periferia orientale della città continua davanti all'ex Icm in via Nuova delle Brecce a Barra. In queste ore è in corso lo svuotamento del sito di stoccaggio gestito da Asìa Napoli, municipalizzata del Comune di Napoli che si occupa della gestione dei rifiuti in città. Nei giorni scorsi i miasmi generati dai rifiuti organici ammassati sulle piazzole hanno portato la gente in strada fino al blocco dell'accesso dei mezzi che scaricavano la spazzatura raccolta in tutta la città.


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Svuotamento completo dai rifiuti, sanificazione del sito e revoca dell'ordinanza comunale restano le tre richieste principali dei protestanti che mercoledì 30 saranno di nuovo a Palazzo San Giacomo per far sentire la propria voce. Le persone in presidio durante la scorsa notte, in realtà, vogliono conoscere le reali intenzioni dell'amministrazione comunale per l'ex ICM, oggi proprietà di Asìa Napoli, che ha ottenuto l'autorizzazione integrata ambientale dalla Regione Campania per la trasformazione della struttura in un impianto per lo stoccaggio, trasferenza, pulizia, selezione, triturazione, pressatura e imballaggio dei rifiuti di provenienza sia domestica che non, quindi speciali. Un progetto - che prevede la costruzione di quattro capannoni al posto delle esistenti piazzole scoperte per lo stoccaggio di rifiuti umidi e ingombranti - sconosciuto a buona parte dei manifestanti, così come agli stessi residenti dell'area est, pronti a chiedere chiarimenti al Comune specie per un aspetto fondamentale: l’ex Icm rientra nel perimetro del sito d'interesse nazionale (SIN) «Napoli Orientale» per il quale si attendono ancora le bonifiche. Molti residenti si dicono contrari al progetto del Comune.

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Ci si interroga anche sulle conseguenze della «momentanea» chiusura del sito di stoccaggio di Napoli Est, fondamentale valvola di sfogo nelle settimane scorse non solo a causa della programmata chiusura del termovalorizzatore di Acerra ma anche per la «carente funzionalità degli impianti esistenti», così come scritto nell'ordinanza del Comune di Napoli di luglio scorso che autorizza l'uso dell'ex Icm per il deposito di rifiuti: l'atto resta ancora valido fino a gennaio 2020.

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C'è rabbia tra i manifestanti per i miasmi che hanno dovuto sopportare nei giorni scorsi: la puzza infestate, percepita in modo particolare tra Barra e San Giovanni a Teduccio, si avverte pesantemente quando gli operatori all'interno procedono alla separazione dei rifiuti per il successivo trasferimento. Restano ancora da recuperare i materiali ingombranti. «Saremo qui in presidio fino a quando il sito non sarà completamente svuotato e igienizzato» afferma Salvatore Fragalà, uno dei primi a trascorrere la notte davanti all'impianto di Napoli Est. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino