Ha capito che vento tirava e ha bruciato tutti sul tempo. Non si è fatto vedere in giro, ha lasciato ai suoi le ultime consegne, poi ha giocato d'anticipo. Sparito....
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IL LATITANTE
Un delitto strategico, di peso, almeno secondo la strategia criminale che si è abbattuta a San Giovanni a Teduccio dall'inizio dell'anno in corso: Soropago era ritenuto braccio destro di Salvatore Fido, a sua volta personaggio di peso del clan Mazzarella, arrestato ieri mattina in una villetta di Varcaturo. Sono stati gli uomini della Mobile (agli ordini del primo dirigente Luigi Rinella), assieme ai colleghi dello Sco, a stanare Fido, ritenuto regista della faida contro i Rinaldi. Aveva contatti con il territorio, cambiava covo quasi ogni giorno, è stato arrestato grazie a un'indagine classica. Riflettori sul suo tessuto relazionale, decisiva la pista sentimentale: il rapporto con una donna ha provocato un passo falso e le manette. Ora deve rispondere di associazione camorristica mentre le indagini della Dda (pm Antonella Fratello, aggiunto Giuseppe Borrelli) puntano a ricostruire i nuovi rigurgiti di violenza criminale a Napoli est.
LE DINASTIE
Una polveriera. Spari contro finestre e portoni (le stese) agguati in piena folla, a pochi passi dalla chiesa principale, frequentata fino a sera da bambini per catechismo e attività ricreative. Un puzzle di famiglie camorristiche: non solo Mazzarella contro Rinaldi, ma anche altri gruppi familiari che si schierano a seconda della convenienza. In campo ci sono i Reale, i Formicola, i D'Amico, i Silenzio. E si potrebbero elencare altri cognomi, se non fosse per la totale mancanza di interesse che viene riservata alla guerriglia di San Giovanni a Teduccio. Ma torniamo alla storia del boss in fuga. Conosciuto da decenni con il soprannome di «maue» (a causa dell'intercalare; per qualcun altro da «my way», locale notturno un tempo famoso), Ciro Rinaldi è in fuga. È accusato di un duplice omicidio consumato un anno fa a Ponticelli: colpiti a morte Raffaele Cepparulo, boss dei barbudos, che si nascondeva in periferia dopo essere fuggito alla faida del rione Sanità; ma anche Ciro Colonna, 19enne ucciso per errore, per aver provato a salvare gli occhiali perduti durante il fuggi fuggi all'interno del circoletto ricreativo teatro dell'agguato. Rinaldi venne arrestato, poi scagionato dal Riesame. Difeso dal penalista Salvatore Impradice, riuscì a dimostrare che le intercettazioni di alcune donne a lui riferite («ma-uè») non potessero bastare a far scattare un ordine di custodia cautelare. Diverso il ragionamento della Cassazione, che ha accolto invece il ricorso della Dda di Napoli, in uno scenario in cui - a freddo - si è consumata la beffa del boss. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino