Napoli, rifiuti speciali nella «Città dei bambini»: si lavora al recupero dell'ex scuola di Ponticelli

Napoli, rifiuti speciali nella «Città dei bambini»: si lavora al recupero dell'ex scuola di Ponticelli
Si lavora per concretizzare il sogno della «Città dei bambini», l'ex scuola di Ponticelli che già da anni sarebbe dovuta essere riconvertita in spazi...

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Si lavora per concretizzare il sogno della «Città dei bambini», l'ex scuola di Ponticelli che già da anni sarebbe dovuta essere riconvertita in spazi per i giovanissimi della zona orientale di Napoli. Dopo rinvii e ritardi ora il Comune di Napoli interviene per rimuovere i cumuli di rifiuti speciali abbandonati nell'area pubblica.

57mila euro sono necessari per la raccolta, il trasporto, il conferimento in discarica e lo smaltimento dei rifiuti speciali ritrovati negli spazi dell'ex cittadella scolastica tra via Cleopatra e via dei Mosaici. Siamo esattamente nel «lotto O», ovvero nel complesso di palazzine popolari costruito negli anni post terremoto di fronte all'Ospedale del Mare. Con una determina dirigenziale il Servizio comunale ‘Edilizia residenziale pubblica e nuove centralità’ ha affidato i diversi interventi all'Asìa Napoli, azienda municipalizzata del Comune di Napoli. Dopo che nel 2019 l'amministrazione comunale ha risolto il contratto con le imprese affidatarie dell'intervento di riqualificazione urbana del complesso di Napoli Est, una parte degli spazi della «Città dei bambini», infatti, è stata affidata a un'altra impresa per la messa in sicurezza. Sia nel corso dei sopralluoghi sia dopo la rimozione della vegetazione infestante è stata appurata la presenza di diversi cumuli di rifiuti speciali: guaina bituminosa, lastre di gomma per pavimenti, asfalto stradale in blocchi e ingombranti quali frigo, materassi, tubi, materiali di varia natura. Da recuperare anche sfalci e potature. Nei mesi scorsi, proprio per impedire l'accesso di estranei ed evitare sversamenti di rifiuti nell'area, si è provveduto alla chiusura dei varchi di accesso dell'ex scuola.

Per recuperare l'enorme area della «Città dei bambini» si lavora su due azioni. Proprio in questi giorni dovrebbe concludersi l'iter di validazione del progetto che i tecnici comunali hanno rivisto e aggiornato recentemente. Seguirà la una nuova gara per i lavori utili a riqualificare parte del complesso per i quali occorrono 1 milione e 902mila euro. Nell'edificio realizzato negli anni Ottanta e dismesso nei primi anni Novanta era stata prevista la realizzazione di un «museo-laboratorio» destinato ai ragazzi con spazi per l’apprendimento scientifico e la sperimentazione e l'installazione di un planetario. Si guardava al parco scientifico de “La villette” di Parigi e alla “Città della Scienza” come modelli. Ma l'appalto «non è potuto pervenire a compimento [...] perché risultato inattuabile a causa della indisponibilità di alcune aree comprese originariamente nell’intervento, sia perché si è interrotto con una risoluzione contrattuale per grave inadempienza dell’esecutore». Ovvero quella decisa nel 2019.

L’altro intervento riguarda gli spazi delle «aule-laboratorio». Il Comune ha ottenuto un finanziamento dal Ministero delle Infrastrutture per elaborare un progetto di fattibilità tecnica ed economica. L'intento è realizzare un asilo nido per bambini da zero a sei anni: incarico già affidato a professionisti esterni all'amministrazione. In particolare si vuole utilizzare la struttura esistente in cemento armato di tre piani: piano terra e primo sarebbero destinati ai bambini e secondo agli uffici amministrativi. Un'altra zona ospiterebbe aule-laboratorio per la formazione e l’introduzione di ragazzi alle arti teatrali e cinematografiche.

Sin dal 1999 si parla di riconversione dell'ex scuola e di valorizzazione delle diverse strutture che, nel corso degli anni, sono state prese di mira da vandali e delinquenti. Gli scheletri degli edifici peggiorano il decoro e l'abbandono di una zona della periferia orientale di Napoli per la quale urgono risposte importanti sul piano urbanistico ma soprattutto sociale. Dopo diversi lustri di abbandono c'è chi spera ancora nella valorizzazione dell'intero complesso.

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Il Mattino