C'era una volta Napoli Est: viaggio nel degrado di Ponticelli, dove l'emergenza rifiuti non è mai cessata

L’emergenza rifiuti mette in allarme i cittadini. Di nuovo. La spazzatura è tornata a invadere le strade e i marciapiedi della città come nel 2008, un incubo...

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L’emergenza rifiuti mette in allarme i cittadini. Di nuovo. La spazzatura è tornata a invadere le strade e i marciapiedi della città come nel 2008, un incubo che nessuno ha dimenticato e che si pensava ormai appartenesse al passato. Ma non è così. In alcuni quartieri la situazione non è mai cambiata e le grida di aiuto non si sono mai arrestate. È il caso di Ponticelli e di via vicinale Ravioncello: un chilometro di strada – o poco meno – in cui la spazzatura non è mai sparita e si accumula di continuo. Le richieste dei residenti per installare un impianto di videosorveglianza non sono mai state accolte e la strada, ai margini della centrale dell’Enel, è ancora terra di nessuno. 

 
«Viviamo accanto a questa discarica e non ne possiamo più», affermano in coro i residenti. «Ci sono bambini che giocano tra i rifiuti e respirano miasmi in ogni momento - continuano - L’aria è insalubre e con la stagione calda diventa irrespirabile. Inoltre ci sono animali e roditori che scorrazzano sui marciapiedi e che arrivano ai margini delle abitazioni. Questa situazione è da terzo mondo e nessuno ci aiuta. Le istituzioni non fanno il loro dovere nonostante noi paghiamo regolarmente la tassa sui rifiuti».

Una situazione al limite che in alcuni punti della strada rende anche difficile la circolazione, a causa della spazzatura sparsa sulla carreggiata: «Spesso ci sono incidenti perché le auto non riescono a passare. Non è raro vederci all’opera con pale e carriole per liberare la carreggiata, ma non è giusto. Non possiamo essere abbandonati a noi stessi. È necessario l’intervento delle istituzioni che agiscano anche a fronte della prevenzione. La strada va messa in sicurezza e vanno installate telecamere di videosorveglianza per risalire all’identità di chi viene a sversare a casa nostra».
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Il Mattino