Ponticelli, estorsori del clan alla sbarra: 8 commercianti parte civile

L'imprenditore antiracket Tano Grasso
Si è svolta presso il tribunale di Napoli l'udienza per il processo che vede imputate tre persone per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di...

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Si è svolta presso il tribunale di Napoli l'udienza per il processo che vede imputate tre persone per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di dieci vittime, tutti operatori economici del quartiere Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli.


Contributo fondamentale per le indagini della Polizia di Stato sono state le dichiarazioni rese dalle vittime che, escusse a sommarie informazioni, hanno collaborato con gli inquirenti permettendo di ricostruire i tentativi di estorsione di cui erano vittime. I tre presunti estorsori - di rispettivamente 21, 35 e 37 anni - lo scorso Natale chiesero somme che oscillavano tra i 250 e i mille euro, evocando l'appartenenza a un gruppo criminale di nuova costituzione e la destinazione delle stesse somme al sostentamento dei detenuti, oltre che alla costituzione di una nuova organizzazione camorristica che cercava l'egemonia sul territorio anche per soppiantare un altro sodalizio criminale già operante in zona.

Otto commercianti si sono costituiti come parte civile al processo unitamente all'associazione FAI antiracket di Ponticelli. La difesa delle vittime è affidata all'ufficio legale della FAI, Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane. Il processo si svolge con rito abbreviato. Trentadue anni di reclusione in totale e 30mila euro di multa sono le richieste di condanna formulate dal PM. La sentenza è prevista per il prossimo luglio.

«Questo processo è il risultato diretto dell'azione dell'associazione antiracket di Ponticelli, parte della rete FAI, che ha coordinato la collaborazione degli operatori economici con la polizia giudiziaria. La modalità delle denunce ripropone quel modello vincente della denuncia collettiva più recentemente sperimentato a Ercolano dopo l'esperienza di Capo d'Orlando nel 1990» dichiara Tano Grasso, presidente nazionale della FAI antiracket e antiusura.


«Il risultato - aggiunge Grasso - è stato altresì conseguito grazie alla professionalità e alla sensibilità delle donne e degli uomini del Commissariato della Polizia di Stato di Ponticelli: qualcosa che per fortuna appartiene a tutte le forze di polizia operanti sul territorio napoletano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino