Università Federico II di Napoli, inaugurata la sede a Villa Ferretti: «L'Ateneo a Bacoli»

Università Federico II di Napoli, inaugurata la sede a Villa Ferretti: «L'Ateneo a Bacoli»
«L'Ateneo a Bacoli» è il titolo dell'evento che ha inaugurato oggi, la sede del complesso universitario federiciano Villa Ferretti. La giornata è...

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«L'Ateneo a Bacoli» è il titolo dell'evento che ha inaugurato oggi, la sede del complesso universitario federiciano Villa Ferretti. La giornata è stata aperta dai saluti di Matteo Lorito, Rettore dell'Ateneo federiciano, Gaetano Manfredi, Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Fabio Pagano, Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e Josi Gerardo della Ragione, Sindaco di Bacoli. Sono seguiti poi, gli interventi di Gennaro Ferrante, Andrea Mazzucchi, Carmela Capaldi e Marco Pacciarelli, docenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Ateneo federiciano. In platea, anche il Sindaco di Quarto e delegato della Città Metropolitana di Napoli Antonio Sabino, gli assessori del Comune di Napoli, Maura Striano e Pier Paolo Baratta e tutte le massime cariche civili, religiose e militari.

La splendida residenza Ottocentesca che si affaccia sul mare, da bene sottratto alla criminalità organizzata, grazie alla collaborazione avviata con l'Università Federico, la Città Metropolitana di Napoli e il Comune di Bacoli, rafforza la sua nuova vocazione di polo culturale e meta per il tempo libero. Il Centro federiciano si occuperà principalmente di archeologia del mare e di digital humanities. L'attività sarà declinata in molteplici forme: dagli studi ai corsi alle ricerche ai workshop ai seminari alle manifestazioni culturali. Sarà anche un centro congressuale. E lo sarà almeno per i prossimi vent’anni in base all’accordo sottoscritto a giugno scorso dal rettore Matteo Lorito e da Josi Gerardo Della Ragione, Sindaco del Comune in cui ha sede la Villa.

Gli affascinanti e funzionali spazi della splendida residenza che affaccia sul mare ospiteranno progetti a fortissima vocazione interdisciplinare, partendo dalla valorizzazione dell’ecosistema dell’umanista digitale. Le ricadute del processo di transizione digitale investiranno i diversi ambiti del patrimonio culturale materiale e immateriale, dalle ricerche linguistiche, filologiche e letterarie, a quelle delle metodologie storico-artistiche ed archeologiche.

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Il Mattino