La politica è fatta anche di vasi comunicanti. Ogni spazio si riempie fino a trovare un suo equilibrio, anche se l'equilibro, alla resa dei conti, è squilibrato....
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Comunque l'interdizione alla Camusso arriva dopo una serie di contestazioni analoghe (qualcuna molto violenta) che vengono esercitate come per una coazione a ripetere. Sono prevedibili e scontate perché servono solo a marcare il territorio, a dare forza all'idea della città ribelle, predicata dal sindaco Luigi de Magistris, che se non mette la bandana su queste forme di protesta certamente non ne prende le distanze. L'altro giorno a Giurisprudenza a impedire l'incontro della Camusso e di D'Alema sono scesi in campo le Reti studentesche autorganizzate e i ragazzi dell'ex-Opg «Je So' pazzo» che con un post sula pagina Facebook, annunciando «La marcia degli esclusi» di venerdì 17, hanno contestato quello che per loro è un falso concetto.
«Stiamo qui, abbiamo deciso di reagire e farci sentire» scrivono. «Per noi “democrazia” vuole ancora dire: “potere al popolo”. E il popolo a volte si incazza, soprattutto se si sente preso in giro. Preparatevi perché è solo l’inizio». Questo torrente di pesante disagio subito da giovani sempre più marginalizzati e di prevaricazione ingiustificata può solo aumentare quando non suscita sdegno in chi governa la città, quando non trova dighe politiche che lo arginino, quando si vuole mascherare la propria insufficienza amministrativa con un guevarismo pret-à-porter. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino