«Riaprire una sezione egizia in un museo italiano, oggi, ha anche un valore politico perché offre la possibilità di vedere cose che in questo momento non...
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Mille metri quadri, cinque sale, pannelli e totem per i bambini, il nuovo percorso espositivo accompagna i visitatori alla conoscenza della civiltà dei faraoni, della sua riscoperta da parte dell'Europa a partire dall'Ottocento, dei legami e degli scambi che fin dall'antichità sono avvenuti con il mondo classico e con Napoli e la Campania. Così tra sarcofagi e vere mummie - corpi di donna, di bambino, perfino di un coccodrillo con i gigli, animale venerato perché collegato alla fertilità del Nilo - c'è una delle false mummie create nel XIX secolo con i frammenti umani provenienti dalle farmacie del Monastero di San Francesco di Paola e della Casa Santissima dell'Annunziata, tenuti insieme con liste di legno, chiodi e perni; la testa con i capelli sistemata in una campana ottocentesca con tanto di tele arrotolate e sistemate ordinatamente ai lati del volto; il vaso canopo riciclato in epoca classica come urna cineraria da chissà quale dominus di Quarto e tantissimi altri manufatti egizi o egittizzanti provenienti da vari siti campani.
La statua nera del naoforo Farnese, la prima testimonianza della civiltà antica entrata a far parte della collezione di Napoli, apre il percorso espositivo degli oltre 1500 reperti - l'offerta originaria è stata incrementata del 5 per cento con «pezzi» giacenti in magazzino - che è stato riorganizzato in sei diverse sezioni che raccontano la storia dell'acquisizione delle collezioni Borgia e Picchianti da parte del museo tra il 1803 e i 1917, il faraone e i suoi uomini, funzionari civili e militari, scribi e sacerdoti, la tomba e il corredo funerario degli antichi egizi, l'importanza e le fasi della mummificazione, la religione e la magia con le rappresentazioni del pantheon egiziano in statue di pietra, bronzetti, amuleti ed altri elementi decorativi in forma antropomorfa o in sembianze animali, stele ed amuleti vari e infine la scrittura, le arti e i mestieri con una mappa che mette in evidenza la fitta rete di contatti tra le rive del Nilo e le sponde del Mediterraneo avvenuti tra l'VIII secolo a.C. e il periodo romano, testimoniata da oggetti egizi o realizzati secondo il gusto egizio in Campania e nel Lazio Inferiore. Il percorso conduce poi alla sezione epigrafica, ancora in allestimento, che sarà inaugurata nella prossima primavera.
A guidare i visitatori il volume edito da Electa che con la «Collezione egizia» inaugura una nuova collana dedicata alle singole raccolte del museo e il libro dedicato ai bambini «Nico alla scoperta del Mann» disegnato da Blasco Pisapia «matita» napoletana già al servizio della Disney e di Geronimo Stilton, che rientra nel progetto di marketing Obvia-Out of Boundaries Viral Art Dissemination condotto dall'Università Federico II e coordinato da Daniela Savy.
Il calendario del Mann è già fitto di appuntamenti: nel 2017, in concomitanza con l'avvio dei lavori per la riapertura della collezione magno-greca, verrà presentata una mostra, sempre in collaborazione con la Soprintendenza, che indaga i rapporti tra Pompei e la Grecia, con un doppio allestimento, a Napoli nella Sala della Meridiana, a Pompei nella Palestra Grande. Nella primavera del 2018 un progetto sugli Etruschi a Pompei, nell'autunno una mostra su Picasso e l'antico in collaborazione con il Musée National Picasso di Parigi.
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Il Mattino