«Dov’è la nostra scuola?». Se lo chiedono genitori e alunni che frequentano la scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo Madonna Assunta...
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Ed è proprio questa la scuola che voglio, ma sarebbe meglio dire “rivogliono”, i genitori per i loro piccoli: un ambiente aperto, dove gli alunni non stiano perennemente chiusi in classe, ma imparino a collaborare tra di loro e che siano liberi di uscire e conoscere il mondo esterno. Così com’era il Madonna Assunta fino a qualche tempo fa, poi il brusco cambio d’indirizzo che la comunità genitoriale contesta: «La scuola dell’infanzia è la più penalizzata da queste scelte – sostengono i genitori –. I bimbi dell'asilo sono costretti, causa una burocrazia irrazionale, imposta da una dirigenza al quanto lontana rispetto alle effettive esigenze dei bambini, a una quotidianità piuttosto restrittiva». E specificano in cosa consistono tali restrizioni: «Non possono uscire, condizione necessaria per l'attuazione dell'offerta formativa caratteristica della scuola: l'uscita rende indipendenti i bambini, li aiuta a contestualizzare la loro crescita nell'ambiente, a orientarsi, a conoscere la città, a incasellare le loro fantasie, contestualizzare le loro storie, ma, soprattutto, li aiuta a crescere fuori e dentro la scuola».
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Ma l’originale protesta di quest’oggi ha pure un’altra ragione: «Da circa due settimane sono impediti anche i laboratori didattici che consentono la compresenza dei docenti». Una decisione motivata per la mancanza di personale docente, ma che viene percepita come una punizione: «I piccoli dell'infanzia sono quasi murati, per fortuna ottimi docenti attenuano le difficoltà. Ma fino a quando riusciranno ad ammortizzare le problematicità imposte da una dirigenza che insegue burocrazia e legalità? – si chiedono i genitori –. Scelte imposte non certo per il bene dei piccoli, ma per proteggere le proprie eventuali responsabilità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino