Napoli, raccolgono funghi nei boschi del Monaldi, erano velenosi: 5 intossicati, donna muore

La vittima è una 92enne, i familiari ricoverati al Cardarelli. L'Asl 1 dispone l'invio di ispettori

Un fungo sospetto raccolto nei giardini del Monaldi
Raccolgono funghi nei boschi del Monaldi, li cucinano, li mangiano, finiscono in ospedale con una gravissima intossicazione. La...

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Raccolgono funghi nei boschi del Monaldi, li cucinano, li mangiano, finiscono in ospedale con una gravissima intossicazione.

La più anziana componente della famiglia, una donna di 92 anni, è morta. Quattro persone sono ricoverate al Cardarelli: due sono in terapia intensiva, le condizioni degli altri due non destano preoccupazione. 

Per fare chiarezza sulla vicenda l'Asl Napoli 1 Centro ha disposto l'invio degli ispettori del Dipartimento di Prevenzione.

I funghi sarebbero stati raccolti nell'area boschiva alle spalle del Monaldi, sulla collina dei Camaldoli, dove ci sono faggi, castagni e pini mediterranei. All'apparenza sembravano dei chiodini: la famiglia li ha consumati ieri, ma nella notte si sono sentiti tutti male.

Sulla vicenda interviene il direttore generale dell'Asl 1 Ciro Verdoliva: «È fondamentale far passare un messaggio diretto ai raccoglitori, per sensibilizzarli sul fatto che non devono consumare funghi di sospetta determinazione. Nel dubbio mai consumarli. Non ci si può improvvisare esperti, spesso le persone si limitano a guardare qualche foto su un libro o su internet, ma un conto è un’immagine, un conto è il fungo nella sua realtà e con le dovute distinzioni».

L’invito, quindi, è di raggiungere, previo appuntamento (sian@pec.aslna1centro.it, sian@aslnapoli1centro.it, 081-254.98.29 / 98.32 / 98.37) la sede del Frullone - Dipartimento di Prevenzione, Unità Operativa Igiene degli alimenti, ispettorato micologico (strada Comunale del Principe 13/A - c/o Presidio Frullone - “Plesso Laterale” - V piano) con il proprio cestino o la propria cassetta carica di funghi, far stilare una determinazione dai micologi della struttura pubblica e ricevere una certificazione. Il servizio è gratuito. «A quel punto c’è la certezza che il consumatore può assumere funghi certificati e commestibili».

 

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Il Mattino