L'indicazione è precisa: fermate tutto. Raffinati dehors o pacchiane coperture in plexiglass, semplici ombrelloni con tavolini minimali e articolati divani dai modelli...
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L'assessore cerca disperatamente una mediazione. E gli operatori turistici e commerciali passano dall'attonito all'inferocito, in un bailamme di stati d'animo difficilmente controllabili. La primavera, il sole, le temperature miti sono il segnale dell'inizio di una stagione. Che in alcune zone non è mai finita, ma per la gran parte dei ristoratori o dei gestori dei baretti significa uscire dal chiuso per dilagare all'aperto. Il sarcasmo Chi lo fa illegalmente, in questi giorni sorride, sarcastico. Perché chi, invece, vuole rispettare tutte le regole è in grande affanno. Dopo che si è aperta la questione dei baretti di Chiaia, tra movida, chiasso e occupazione semiselvaggia del suolo pubblico, infatti, Comune e Soprintendenza si sono incontrati. Condividendo con gli operatori economici la scelta di introdurre una regolamentazione per tutta la città. Sono state individuate venti zone con un tipo di fruizione diversa, dal Lungomare esclusivamente di ristoranti per turisti all'area della movida con i baretti a Chiaia, dalla zona di piazza Bellini, dove prevale una clientela più alternativa, al progetto per piazza Plebiscito che dovrebbe partire interamente da zero.
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Il Mattino