Per Brunella quello di stamattina non è stato un bel risveglio. A destare dal sonno la 27enne, che vive con i genitori nei pressi di piazza Nazionale, gli strattoni del...
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«Mamma si è sentita male verso le 6.15 – racconta Brunella –. Avvertiva forti vertigini, dovute alla sindrome di Manière, e probabilmente aveva la pressione alta perché stava collassando». Il tempo di capire le condizioni della donna e il suo reale bisogno d’aiuto, poi la ragazza s’attacca al telefono: «Alle 6.40 ho provato a chiamare la guardia medica, ma nessuno ha risposto. Allora ho chiamato il 118 e l’operatore mi ha chiesto di misurare la pressione a mamma, ma gli ho spiegato più volte che non avevo l’apparecchio per compiere quell’operazione. A quel punto mi assicura che arriverà un’ambulanza entro pochi minuti».
Passa un quarto d’ora, ma i soccorsi non arrivano. Così Brunella, anche sollecitata dal padre in ansia per la moglie, prova a richiamare alla guardia medica: «Questa volta mi risponde un ragazzo, che, quando gli spiego cos’ha mamma, mi consiglia di darle un bicchiere d’acqua e zucchero. Faccio presente che mia madre probabilmente ha un picco di pressione alta e che acqua e zucchero potrebbe peggiorare la situazione, ma lui insiste che quello è il modo migliore per farla riprendere. Poi, spazientito, mi chiede di richiamare dopo mezz’ora, tre quarti d’ora, perché stavano per fare un cambio turno e non poteva mandare nessuno a casa».
Finalmente, dopo dieci minuti arriva l’unità del 118: «Salgano su gli operatori, visitano mamma e l’attaccano a un lavaggio, che non so cosa contenesse, ma non credo proprio si trattasse di acqua e zucchero – racconta ancora Brunella –, Fortunatamente, poco dopo mamma ha cominciato a stare bene». E conclude amareggiata: «Non credo sia normale che la guardia medica ti dica di richiamare dopo mezz’ora perché hanno un cambio del turno. Quando l’ho raccontato a quelli del 118, sono rimasti allibiti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino