Incendio a Cavalleggeri, l'ira degli sfollati dopo un mese e mezzo: «Dormiamo su letti di fortuna»

Non hanno più una casa e da quasi due mesi vivono tra la parrocchia e qualche alloggio di fortuna. Si arrangiano dove possono confidando nell’aiuto e...

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Non hanno più una casa e da quasi due mesi vivono tra la parrocchia e qualche alloggio di fortuna. Si arrangiano dove possono confidando nell’aiuto e nell’ospitalità di amici e parenti. Da quando lo scorso 24 luglio, un incendio li ha costretti a lasciarsi alle spalle una vita fatta di sacrifici, speranze e ricordi. In questo modo è stata stravolta l’esistenza di undici famiglie in via Circumvallazione della caserma di Cavalleria a Cavalleggeri. In una strada dove l’emergenza non sembra mai finita. Dove un intero stabile è ancora pericolante a causa della probabile compromissione delle travi tra l’androne d’ingresso ed il primo piano.


«Dal giorno dell’incendio non siamo più entrati in casa – commentano i residenti – e viviamo in una condizione di continua precarietà. Abbiamo avuto decine di incontri e confronti ma non sono serviti a nulla. Ancora adesso non sappiamo quali siano i danni reali ed in che modo si può intervenire per ristrutturare il palazzo. Ma a parte questo nessuno ci ha dato una soluzione abitativa. Da due mesi dormiamo su brandine e letti di fortuna».
 

Quello della casa resta il problema più grande per le famiglie sfollate. Un tema di cui si è discusso anche ad agosto ma che nonostante gli incontri tra prefettura, regione e comune, non è stato ancora risolto. «Siamo nella stessa situazione di un mese fa – dichiara l’assessore al lavoro della X Municipalità Giovanni Grilli – e non vediamo soluzioni. Si era parlato di un fondo utile a garantire un alloggio per almeno due mesi a queste famiglie, ma non si sa ancora se e quando arriverà. Intanto donne, anziani e bambini sono in strada e l’estate sta per finire. Ci domandiamo quanto ancora bisognerà aspettare per arrivare alla risoluzione di questo problema. Vogliamo sapere in che condizioni è il palazzo e cosa bisogna fare per renderlo nuovamente sicuro. Siamo a settembre e non possiamo più aspettare. Dobbiamo restituire dignità e fiducia a queste famiglie».
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Il Mattino