Vesuvio in fiamme, fuga dalle case sfollati dormono in tre scuole

Vesuvio in fiamme, fuga dalle case sfollati dormono in tre scuole
Torre del Greco. Tornano le fiamme, rinasce la paura al Vesuvio, colpa del vento, maledetto vento che ha soffiato sulla brace nascosta dentro la cenere e ha dato nuova linfa...

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Torre del Greco. Tornano le fiamme, rinasce la paura al Vesuvio, colpa del vento, maledetto vento che ha soffiato sulla brace nascosta dentro la cenere e ha dato nuova linfa all'incendio scoppiato ormai dieci giorni fa e non ancora domato. Ieri a Torre del Greco le fiamme sono rinate, hanno percorso la montagna, si sono avvicinate al mare alle spalle di via del Commercio e la gente dei lidi s'è gettata in acqua nel tentativo di trovare salvezza: in venti, fra i quali due disabili, sono stati soccorsi dalla guardia costiera e portati in salvo. E non è finita: sempre nella città corallina, sono state aperte nella tarda serata di ieri altre due scuole (che si aggiungono a quella aperta martedì scorso) per ricoverare gli sfollati della nuova emergenza provocata dalle fiamme.


Uno scenario al quale il governatore Vincenzo De Luca ha assistito dalla sala operativa della Protezione civile. Ed è il governatore a commentare: «È lecito considerare non solo una evidente azione criminale, ma quasi disegno eversivo. Mi pare chiaro che chi ha vissuto per anni e anni sull'economia dell'emergenza, punti a ricreare le condizioni per poter guadagnare ancora perpetrando i disastri dell'ambiente. Noi continueremo la nostra azione per ripulire l'ambiente contro ogni interesse illecito e criminale. Siamo impegnati - ricorda De Luca - con 700 uomini, con la nostra Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, l'Esercito, i volontari; e con tutti i mezzi a disposizione e gli ulteriori Canadair giunti sin da questa mattina su nostra richiesta. Stavolta sono stati contati ben 29 punti di innesco di roghi, sempre in luoghi difficili da raggiungere dai mezzi. Oltre agli incendi boschivi, 11 segnalazioni riguardano i Comuni della Terra dei Fuochi».

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