Appalti al Santobono, riecco Manna l'uomo del pressing a De Luca

Appalti al Santobono, riecco Manna l'uomo del pressing a De Luca
Rieccoli. Sono sempre loro, a distanza di un anno e mezzo dall'autunno del 2015, quando i loro nomi finirono sulla ribalta nazionale. Giorgio e Guglielmo, il caposala e...

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Rieccoli. Sono sempre loro, a distanza di un anno e mezzo dall'autunno del 2015, quando i loro nomi finirono sulla ribalta nazionale. Giorgio e Guglielmo, il caposala e l'avvocato del Santobono. Sono entrambi finiti a giudizio per quella storia di pressioni indebite nei confronti di Nello Mastursi (all'epoca consulente della sanità del governatore Vincenzo De Luca), quando in ballo c'era il nodo della Severino che chiamava in causa l'ex giudice del tribunale civile di Napoli Anna Scognamiglio, all'epoca moglie di Manna. Ieri la svolta, Giorgio in cella e Guglielmo ai domiciliari. Partiamo da un sms di Giorgio Poziello: «Se quella cosa è positiva devo saperlo prima di tutti»; e Manna risponde che «la seduta è spostata al 10 luglio», in riferimento alla definizione di un appalto che faceva gola a tutti: sia a quelli della Manutencoop (che se lo aggiudicano in ati) sia a quelli della Kuadra che ci provano - dicono gli inquirenti - pagando tangenti alla persona sbagliata.



E Giorgio insiste: «Abbiamo fatto il nostro, ora si devono mantenere gli impegni». Conversazioni cifrate, in codice, quelle tra i due amici del Santobono. Parlano di tangenti o di partite di calcio? Dice Guglielmo Manna: «Quella maglietta che mi hai regalato... tutto bene... oggi ... tutto a posto... andava proprio bene... proprio a puntino». Giorgio Poziello: «Ah, ho capito...». Guglielmo Manna: «Pensa che hai acchiappato pure il colore... Giorgino veramente grazie, ci sentiamo». Ma di che parlano i due amiconi? È il pomeriggio del 9 settembre, un anno prima che nell'agenda politica della Campania scoppiasse il caso della sospensiva del governatore ai sensi della legge Severino. Insomma, di che parlavano i due amiconi? Dice Giorgio Poziello: «Mi ha chiamato, ci vediamo in piazza Trieste e Trento».


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