Napoli, due morti in Tangenziale. Livia, il sogno spezzato della fotografia| Foto

Napoli, due morti in Tangenziale. Livia, il sogno spezzato della fotografia| Foto
Ventidue anni, una passione sfrenata per la fotografia. Gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi i primi shot fotografici, cominciati quasi per gioco, tra gli...

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Ventidue anni, una passione sfrenata per la fotografia. Gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi i primi shot fotografici, cominciati quasi per gioco, tra gli amici. Ritratti, immagini dinamiche, la cura del dettaglio. Tutti particolari che hanno trasformato una passione in un lavoro, fino a ritagliarsi un piccolo spazio (e un discreto seguito) come fotografa free-lance.








Viveva a Fuorigrotta Livia Barbato, la ragazza tragicamente deceduta in un incidente automobilistico questa notte sulla tangenziale. La Clio su cui viaggiava, guidata dal fidanzato ventinovenne, Aniello Mormile, si è scontrata frontalmente con la Fiat Panda guidata da Aniello Miranda, quarantottenne di Torre del Greco, che stava andando al lavoro. Secondo quanto appurato dalla Polizia Stradale, la Clio aveva imboccato l’asse contromano. Livia e il quarantottenne sono deceduti per le gravi ferite riportate, il ragazzo è attualmente ricoverato in ospedale. Erano stati in un locale di Pozzuoli, dove si erano incontrati con un gruppo di amici. Un appuntamento fisso del venerdì sera, per passare una serata spensierata. Poi, al ritorno, la tragedia, su cui faranno chiarezza le indagini della polizia.



Su Internet c’è tutta la vita di Livia, le sue passioni, le foto con gli amici, gli autoscatti e i lavori. Su Facebook, dove si firmava come Lilly Bartok, ci sono le sue fotografie, seguite da numerosi apprezzamenti. Stessa situazione per la sua pagina fan, sullo stesso social network, e sui siti dedicati, dove le immagini personali e con gli amici lasciavano spazio ai lavori, aggiornati continuamente. E poi i viaggi, in Campania e in tutta Italia, per seguire le manifestazioni dove Livia poteva scattare per soddisfare quella passione che era diventata un lavoro.



L’eredità di una ragazza che, da chi la conosceva e aveva visto il suo modo di lavorare, veniva definita come tra le più promettenti del panorama locale.
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Il Mattino