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Gli interventi di deblattizzazione sul territorio cittadino sono stati per dieci anni uno dei principali nodi irrisolti della passata amministrazione de Magistris. Ma anche col nuovo corso targato Manfredi la pubblicazione del calendario delle deblattizzazioni da parte di Comune di Napoli e Asl corrisponde ad un vero e proprio coro di proteste da parte di cittadini delusi - alcuni inferociti - per la clamorosa esclusione di interi pezzi di città dagli interventi di eliminazione dei fastidiosi insetti. A protestare stavolta sono i cittadini del popoloso borgo Sant'Antonio Abate, che hanno chiesto a gran voce l'inclusione proprio del borgo - attualmente ne è escluso - nel calendario degli interventi che si stanno realizzando in questi giorni o che sono in programma per le prossime settimane.
L'esclusione di un'area geografica così vasta e densamente popolata ha fatto storcere il naso non solo ai residenti della zona. Tra gli stessi esponenti della Municipalità guidata da Maria Caniglia serpeggia il malcontento. A far sentire la sua voce sono stati, proprio in rappresentanza dei cittadini "esclusi" da interventi che anche quest'anno saranno realizzati in ritardo, il presidente della commissione Patrimonio Enrico Cella ed il consigliere Gennaro Albanese.
«Per gli interventi di deblattizzazione - spiega Cella - sono stati stanziati circa 200.000 euro a Municipalità, una miseria se si pensa al numero di interventi che sarebbero necessari per dare respiro ai cittadini alle prese con un problema che si presenta ogni anno e che rende invivibili alcuni quartieri. Quello che lascia sgomenti è che quest'anno zone importanti come il borgo Sant'Antonio, il Vasto o porta Capuana sono quasi completamente escluse dagli interventi di igienizzazione ed eliminazione delle blatte.
Una polemica, quella sui mancati interventi di deblattizzazione, che ormai è diventata una - per certi aspetti comica - tradizione estiva partenopea. Ogni anno i cittadini protestano inascoltati ed ogni anno si sottolinea, tra l'altro, la quasi totale inutilità di interventi realizzati nei mesi estivi, quando gli insetti sono ormai ben cresciuti e pressochè immuni ai veleni che, invece, andrebbero sparsi a partire dal mese di marzo per distruggere uova e larve e impedire le invasioni estive.
«Anche lo scorso anno ci siamo lamentati per i mancati interventi di deblattizzazione - denuncia Ciro Galiero dell'associazione culturale Arenaccia - e quest'anno ci troviamo ancora una volta di fronte all'ennesimo problema non risolto. Non riusciamo a capire come sia stato possibile stilare un calendario escludendo quasi del tutto la nostra zona e dando priorità altrove. Il problema della mancata deblattizzazione però non è il solo tema che stiamo cercando di affrontare come cittadini - prosegue Galiero - dal momento che c'è il tema fondamentale che riguarda la pulizia delle strade. Basti pensare alla zona della ex Redaelli, ormai da mesi ridotta a pattumiera e dove pascolano centinaia di topi e di insetti di ogni tipo e dimensione».
Se i cittadini del centro storico protestano, però, gli abitanti dei quartieri di periferia non se la passano di certo meglio. Nella zona flegrea, ma anche nell'area collinare della città, sono decine le segnalazioni di vere e proprie invasioni delle abitazioni ai primi piani dei palazzi e dei negozi che affacciano direttamente in strada. Nell'area del Vasto, invece, a tenere banco è l'ormai radicato problema legato alla carenza di interventi di pulizia del territorio. Mancanza di interventi che si traducono in strade-pattumiera dove, specie con il caldo asfissiante di questi giorni, è difficile anche il semplice transito pedonale.
Il governatore De Luca in una delle sue ultime uscite ha "invitato" chi arriva in Campania ad usare le mascherine anti-covid. Ma in alcune zone del Vasto e di piazza Garibaldi - i continui post di protesta lanciati dai residenti sui social lo testimoniano - la mascherina è sicuramente utile, ma forse più per ripararsi dai cattivi odori che dal Covid.
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