Napoli, l'invasione degli insetti volanti al Vomero: «Colpa della mancata manutenzione degli alberi»

Un esemplare di Corythucha ciliata a via Scarlatti
A uno sguardo distratto possono sembrare nuvolette di polline. Ma basta basta prestare più attenzione per avere un quadro più chiaro della situazione. I puntini...

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A uno sguardo distratto possono sembrare nuvolette di polline. Ma basta basta prestare più attenzione per avere un quadro più chiaro della situazione. I puntini bianchi che svolazzano tra gli alberi di via Scarlatti, via Alvino e in altre zone del quartiere Vomero non sono polline, ma piccoli sciami di insetti volanti. Da settimane, ormai, i residenti del quartiere collinare sono costretti loro malgrado a fare i conti con un'invasione di mini insetti bianchi che si attaccano ai capelli, alla pelle, ai vestiti e alle tende delle abitazioni che affacciano su strade alberate. 


Si tratta di esemplari di Corythucha ciliata, un insetto di origine nord-americana ampiamente diffuso anche nel nostro paese che attacca gli alberi ad alto fusto, in particolare i platani. Fino a qualche tempo fa le invasioni di questo insetto erano appannaggio solo delle regioni del centro e del nord Italia ma, probabilmente, complici i cambiamenti climatici dell'ultimo periodo, anche nel Mezzogiorno si registrano infestazioni che possono mettere a serio rischio la vita degli alberi. Questi fastidiosi insetti, infatti, provocano una malattia denominata tingide dei platani che, se non adeguatamente contrastata con antiparassitari adatti, può portare alla caduta prematura delle foglie e alla conseguente morte della pianta. 

Il ciclo vitale del Corythucha ciliata comincia ad aprile e si conclude a ottobre, quando gli adulti ritornano nelle loro tane invernali. Distruggere le uova deposte è pressoché impossibile. Per contrastare l'infestazione è necessario intervenire sugli individui ancora non pienamente sviluppati tra il mese di aprile e la prima metà di luglio. Interventi che il Comune di Napoli, complice la cronica carenza di fondi, non ha messo in campo per tempo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
 
In alcune zone del quartiere è addirittura difficile camminare a causa della psicosi indotta dalla presenza di questi insetti che si attaccano a qualsiasi superficie utile provocando un gran prurito. È bene sottolineare che questi insetti non presentano alcuna pericolosità per l'uomo.

«Ci troviamo di fronte a quest'invasione - spiega il consigliere comunale Diego Venanzoni - perché il Comune diNapoli come al solito non mette in campo gli interventi necessari per la cura del verde. Questa ottica pseudo-ecologista rende impossibile la vita dei cittadini che adesso sono costretti a fare i conti con una miriade di insetti che piovono dagli alberi. Basta restare fermi dieci minuti per trovarsi i vestiti invasi, e non è di sicuro una bella immagine anche per strade dove sono presenti attività commerciali all'aperto che somministrano alimenti. Il verde - prosegue Venanzoni - non sembra essere una priorità per questa amministrazione comunale malata di annuncite. Poche settimane fa l'assessore Borriello affermava che sono disponibili i fondi della Città Metropolitana per la cura del verde pubblico. Poi apprendiamo che per il recupero del parco Virgiliano è stato lanciato un bando che chiede la collaborazione economica dei cittadini. Che fine hanno fatto quei fondi?».


Venanzoni entra a gamba tesa sull'amministrazione comunale anche per la spinosa questione Floridiana, ormai da anni in pessime condizioni nonostante i ripetuti appelli dei cittadini. «È incredibile che si lasci un parco come quello in questo stato - l'affondo dell'assise di via Verdi - anche in relazione al fatto che Napoliservizi conta più di mille operai. Ci chiediamo come sia possibile che non si riescano a delocalizzare alcune unità per la pulizia e il ripristino di un parco che era un fiore all'occhiello per il Vomero e per l'intera città. A quanto ci risulta - conclude - la Soprintendenza vuole fare la sua parte. A muoversi adesso deve essere il Comune che non può più perdersi in chiacchiere sterili». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino