La rottura si consuma in pochi istanti, sotto gli occhi del ministro Delrio e del presidente di Confindustria Squinzi, seduti in prima fila. E si consuma su Bagnoli, quando il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’unico a non applaudire è il sindaco Luigi de Magistris. Che non batte le mani neppure quando Prezioso conclude la relazione e torna a sedersi. Così nell’auditorium Rai cala il gelo. Poco dopo l’ex pm si alza e lascia l’assemblea in anticipo. Non prima, però, di aver lanciato bordate contro Prezioso: «Sembrava più un programma elettorale che una relazione, dalla quale sono rimasto un po’ deluso perché non si è fatto alcun cenno alla questione morale e perché in un consesso così autorevole si dovevano sottolineare luci e ombre della città, invece sembrava quasi che è tutto buio. Rivendico con orgoglio il ricorso. Nonostante lo scempio affaristico di una commistione inqualificabile tra politica, affari e prenditori di questa città siamo pronti a ripartire da un anno su Bagnoli dopo aver costruito un piano, condiviso con la città e con le forze produttive, che non salvaguardia cricche, oligopoli e i soliti imprenditori noti. Quel ricorso è in difesa della democrazia, della città e contro i poteri speciali che hanno massacrato questo Paese, una commistione pubblico-privata inquietante mai vista. Abbiamo capito tanto anche da questa relazione su chi c’è dietro quel commissariamento, mi sento ancora più motivato a proseguire lungo quella strada, non consentiremo a nessuno di mettere le mani su Bagnoli per fare speculazioni, affari e rimpinguare le tasche di qualche solito noto, mi faccio garante di tutto ciò. Ci metto la mia faccia e il mio corpo». Parole pesanti, che spingono Prezioso a precisare il senso del suo discorso: «Abbiamo semplicemente spiegato la nostra idea di futuro della città e di come organizzarlo. Peraltro ripetendo cose che sosteniamo da sempre. E abbiamo riepilogato le cose che sono state fatte e quelle che non sono state fatte».
De Magistris è andato via, ma la tensione resta alta. Perché, durante la tavola rotonda moderata dal direttore de Il Mattino Alessandro Barbano, a sposare la linea di Prezioso è anche il presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Antonio D’Amato, che aveva sostenuto de Magistris nel 2011 ma da cui ha poi preso le distanze: «Ho sentito dire in modo accattivante al sindaco, che non vedo in sala, che la nomina del commissario è un provvedimento contro la città. Vorrei ricordargli che rimandare lo sviluppo in territori affamati come il nostro non è possibile e non è accettabile. Non possiamo perdere altri vent’anni a discutere, dobbiamo subito rimboccarci le maniche». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino