Napoli, la casa di Giambattista Vico dimenticata, la denuncia: «Istituzioni troppo distratte»

Napoli, la casa di Giambattista Vico dimenticata, la denuncia: «Istituzioni troppo distratte»
Ormai pochissimi napoletani, passando a via San Biagio dei Librai, nella zona familiarmente conosciuta come "Spaccanapoli", sollevano lo sguardo per leggere la grossa...

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Ormai pochissimi napoletani, passando a via San Biagio dei Librai, nella zona familiarmente conosciuta come "Spaccanapoli", sollevano lo sguardo per leggere la grossa lapide apposta dal Comune di Napoli per ricordare la casa dove il 23 giugno 1668 nacque Giambattista Vico, uno dei più illustri filosofi e giuristi partenopei. E non potrebbe essere altrimenti. Al civico 31 di via San Biagio dei Librai, nel piccolo locale che secondo gli storici ospitava la povera bottega di libri gestita dal padre di Giambattista Vico, oggi c'è uno dei tanti pub della zona. La lapide, che sta lentamente scolorendo, è parzialmente coperta da un grosso faro che, con la sua potente luce bianca, la rende illeggibile.


Ma non basta. La lapide che dovrebbe ricordare ai viandanti un uomo che ha dato lustro alla città e che dovrebbe essere celebrato per le sue opere immortali è circondata dagli orribili condizionatori che testimoniano la troppa disattenzione verso i luoghi dove si è sviluppata la storia della nostra città. Oggi l'appartamento dove la famiglia di Giambattista viveva non esiste più, frammentato in bed and breakfast e in private abitazioni. La cameretta dove, secondo la tradizione, il giovane Giambattista mosse i primi passi e da dove si muoveva per "divorare" i libri della bottega di papà Antonio è chiusa da anni e, secondo quanto raccontano gli abitanti della zona, sarebbe di proprietà di una signora che vive lontana da Napoli e che non avrebbe mai dimostrato interesse a rivalutare quei luoghi così ricchi di storia. 
 
Il Movimento Neoborbonico capitanato da Gennaro de Crescenzo ha più volte posto l'accento su questa situazione, chiedendo alle istituzioni di intervenire prima che la memoria storica dei luoghi sparisca del tutto. Gli appelli, almeno finora, sono caduti tutti nel vuoto.


«Fa rabbia vedere luoghi così importanti per la memoria dei napoletani finire nel dimenticatoio - denuncia Gennaro de Crescenzo - quando invece quella stanzetta potrebbe ospitare una sorta di museo dedicato a Giambattista Vico e alle sue opere. Non vogliamo dare la colpa di quello che sta avvenendo a via San Biagio dei Librai alle attività commerciali o agli alberghi - continua - che si sono legittimamente impossessate degli spazi. Purtroppo viviamo in un'epoca dove le istituzioni sono troppo spesso distratte di fronte ai temi della cultura e dove è molto più semplice concedere i permessi per aprire una paninoteca piuttosto che creare un museo».  
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Il Mattino