Napoli, la chiesa di San Pietro a Majella diventa un cantiere

Un intervento necessario per garantire la sicurezza di uno dei luoghi di culto tra i più conosciuti della città. La chiesa di San Pietro a Majella di stile gotica,...

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Un intervento necessario per garantire la sicurezza di uno dei luoghi di culto tra i più conosciuti della città. La chiesa di San Pietro a Majella di stile gotica, nel centro antico di Napoli, patrimonio dell’Unesco, è diventata un cantiere. La chiesa di San Pietro a Majella, eretta tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV, costituisce, nonostante le modeste dimensioni, un episodio interessante per la sua aderenza a quelli che furono i caratteri peculiari dell'architettura religiosa di epoca angioina.

 

 I lavori, per un costo complessivo di circa € 1.500.000,00, riguarderanno la messa in sicurezza dell’edificio attraverso opere di consolidamento tese al miglioramento degli standard di sicurezza, la bonifica delle superficie murarie danneggiate dalle infiltrazioni d’acqua verificatesi nel corso del tempo e la valorizzazione complessiva degli spazi interni con interventi di restauro dei beni artistici. L’annuncio dell’inizio dei lavori è stato data nei giorni scorsi dagli assessori del comune di Napoli, Mario Calabrese (Infrastrutture) e Carmine Piscopo (Urbanistica).

«Con l'avvio dei lavori di restauro della chiesa di San Pietro a Majella, gli interventi del Grande Progetto arrivano a 14, di cui quattro sono ultimati e dieci in fase di esecuzione, mentre altri tre sono in fase di progettazione – dichiarano gli Assessori Calabrese e Piscopo - si completa un ulteriore passo che mira a valorizzare il nostro patrimonio storico e culturale, intervenendo sulla struttura di un complesso denso di storia, a partire dalla sua fondazione trecentesca».

La Direzione dei lavori è affidata alla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio e la durata prevista per la realizzazione dell’intervento è di circa 270 giorni.


«Ennesimo intervento fuori tempo e fuori programma – diceAntonio Pariante, presidente del comitato civico Santa Maria di Portosalvo, attivo sulla tutela delle chiese del centro antico - difficile sapere quando finiranno i lavori anche per la solita mancanza del cartello obbligatorio per legge. Nel frattempo, vista la solita carenza di controlli e informazioni da parte della Sovrintendenza, si spenderà una cifra blu per le sole impalcature in affitto. A Napoli - afferma Pariante - il programma Unesco procede al buio, senza scadenza e senza nessuna rendicontazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino