Napoli, la chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato tra degrado e incuria

Napoli - La chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato
La chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato è una delle misteriose chiese di Napoli dove si sta consumando la lenta e rovinosa morte in preda all’incuria...

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La chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato è una delle misteriose chiese di Napoli dove si sta consumando la lenta e rovinosa morte in preda all’incuria strutturale esterna. Al momento la chiesa è chiusa al pubblico e dovrebbe ricevere interventi di restauro, in quanto rientra nel Progetto Unesco per il centro storico di Napoli. L’ultima apertura al pubblico risale all’appuntamento della “Giornata Fai d’autunno” del 15 ottobre 2017. Il tempio sacro fu eretto nel 1351 dal conciatore di pelli Domenico Persio sul luogo dove fu decapitato Corradino di Svevia per ordine di Carlo I d’Angiò il 29 ottobre 1268.

 
In precedenza il luogo era segnalato solo da una colonna sormontata da una croce di stile gotico. La cappella sorgeva a sud-est di piazza Mercato e fu dedicata alla Santa Croce per via della colonna con croce che fu posta all'interno.

Il tempio, che reca una pianta a croce greca divisa in tre navate, è stato fortemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale nonché dal terremoto dell’Irpinia del 1980, eppure rappresenta ancor oggi un'importante testimonianza della città, sia per la piazza in cui sorge sia perché all'interno conserva un ceppo con lo Stemma dei cuoiai, che si pensa essere quello sul quale fu decapitato Corradino.

All’esterno la struttura si presenta fatiscente e barbarizzato, il cui ingresso è facilmente agibile essendo stato divelto lo storico cancello. All’interno del cancello cresce rigogliosa una fitta vegetazione. Nell’arco del tempo il tempio è stato visitato da trafficanti di opere d’arte ed effettuato furti su commissioni, asportate due acquasantiere e il putto reggi-mensa dell’altare maggiore opere dello scultore Angelo Vivo, mentre le tele di Nicola Malinconico, Giacinto Diano ed altri artisti sono state trasferite al Museo civico di Castel Nuovo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino