Francesco è solo uno dei tanti disabili presenti a Napoli e che giorno per giorno vive la città. Le sue difficoltà motorie, lo costringono alla carrozzina e...
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Auto parcheggiate davanti le discese che rendono impossibile il passaggio, o addirittura la mancanza degli scivoli per le carrozzine, sono solo alcuni degli impedimenti a cui bisogna far fronte. I marciapiedi sempre più spesso sono il luogo più insicuro dove passare con la sedia a rotelle e l’unica alternativa diventa la strada. Proprio ai margini della carreggiata infatti, si è venuta a creare una vera “corsia per disabili” che sempre con maggiore frequenza sono costretti a doverne usufruire.
«Ci vuole una grande forza» afferma il padre di Francesco, Alfonso. «Ormai siamo abituati ad essere completamente abbandonati ed a dover convivere con mille difficoltà. Quello che per gli altri è normale per noi è impossibile. Anche fare una semplice passeggiata diventa complicato per i marciapiedi impraticabili e per la mancanza di agevolazioni che gli stessi cittadini a volte ci negano. Parcheggiare davanti agli scivoli ai limiti dei marciapiedi ad esempio è un vero atto vandalico perché costringe noi genitori a dover mettere in serio pericolo la vita dei nostri figli, essendo costretti ad andare in strada per poter proseguire il cammino. Ma non è tutto perché le condizioni pessime in cui sono tenuti proprio i marciapiedi, spesso ci costringono a dover prendere strade alternative che non sempre sono praticabili».
Non ci sono solo questo genere di difficoltà infatti per chi vive questa particolare condizione. Spesso i pensieri maggiori vanno al futuro ed alla mancanza di supporto materiale per i ragazzi affetti da disabilità.
«Non c’è nulla per loro» continua Alfonso, «ne strutture ne modalità di inserimento in gruppi di cura e recupero. Esistono tante piccole associazioni di cui alcuni di noi fanno parte ma certamente non è sufficiente. Chiediamo alle istituzioni di aiutarci perché dopo di noi per loro c’è il buio totale. Noi temiamo soprattutto per il futuro dei nostri figli che senza di noi saranno dimenticati e maltrattati. Ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte perché i nostri ragazzi sono esseri umani e necessitano di tutte le cure e le attenzioni, di cui usufruiamo noi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino