“Centomila libri per cambiare Chiaia”, “Ecco la corazzata Feltrinelli”, “Piazza dei Martiri o dei Libri?”, “Napoli in fila per entrare da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La sera del 12 luglio 2001 migliaia di persone affollarono la piazza e le vie circostanti in attesa di scoprire “cosa era questo megastore”. Lettori comuni (e tanti non lettori comunque incuriositi), appassionati di musica e cinema, e mescolati a loro scrittori e artisti, da Domenico Starnone (fresco di Premio Strega) a Erri De Luca, Peppe Lanzetta, Marco Travaglio. E mentre nelle sale della neonata Feltrinelli a stento si riusciva a passare, la piazza restava gremita per il concerto inaugurale di Eugenio Bennato.
Tanta curiosità e tanto entusiasmo erano giustificati: un negozio così non si era mai visto in un’Italia perennemente in fondo agli indici di lettura e in una Napoli la cui incommensurabile ricchezza culturale è da sempre pari all’enormità dei problemi. Quattro piani di libri, di film, di cd, un bar dove prendere un caffè, pranzare o concedersi un aperitivo leggendo libri e riviste a portata di mano; una sala dedicata a eventi e mostre, che di lì a pochi giorni, e per il quindicennio a venire, avrebbe iniziato a ospitare il meglio della proposta culturale cittadina, nazionale e internazionale.
A tutto questo ci si è un po’ abituati in questi anni, a tutto questo hanno finito per abituarsi anche altre città: dopo Napoli, infatti, hanno aperto megastore Feltrinelli a Milano, a Roma, a Genova, a Palermo, a Bari… In quanto a Napoli, al megastore, e alla vecchia e gloriosa Libreria Feltrinelli di via San Tommaso d’Aquino, si è aggiunta l’imponente Feltrinelli Express di Stazione Centrale. Ma Piazza dei Martiri resta la numero uno, la capostipite di tutti i megastore d’Italia. Un brindisi assieme a tutti coloro che l’hanno fatta vivere (lavorandoci, frequentandola, presentandoci i propri libri, cd, film) è a dir poco meritato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino