Napoli, le buche Pokemon e il disastro della manutenzione

Napoli, le buche Pokemon e il disastro della manutenzione
Le buche disegnano sul ventre di Napoli un osceno percorso di guerra: il manto stradale, questo sconosciuto, continua a presentare il conto all’ignavia di chi dovrebbe...

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Le buche disegnano sul ventre di Napoli un osceno percorso di guerra: il manto stradale, questo sconosciuto, continua a presentare il conto all’ignavia di chi dovrebbe occuparsi di salvaguardarlo. Dopo anni di rappezzi-farsa e recinzioni di plastica accartocciate sulla sommità dei crateri, il Comune ha deciso di affidare la sua (finora inutile) battaglia contro gli avvallamenti e i fossi ad una macchina superaccessoriata con 7 telecamere ad alta risoluzione, videocamera termica e georadar. Un marchingegno cosmico che ricostruirà nei dettagli, ma assai virtualmente, il percorso da Camel Trophy e ispezionerà le strade a rischio con l’acribia di un cacciatore di Pokemon. Spesa prevista: 600mila euro. Soldi ben spesi? Vedremo: gradiremmo qualche risultato in più e qualche avveniristica scommessa in meno. Le strade di Napoli continuano a sbriciolarsi, la città di cartone frana e collassa, ma avremo a disposizione - evviva - una mappa fantastica e tridimensionale di un disastro che è già sotto gli occhi di tutti. 


In una città normale, la manutenzione delle strade dovrebbe essere il minimo sindacale. E invece è un privilegio che non ci spetta, perché come al solito mancano uomini, mezzi e quattrini, e la colpa è sempre degli altri, o delle gare al ribasso, o della «clamorosa e imprevista ondata di maltempo», o del destino cinico e baro. Intanto, dal bilancio del Comune, scompare oltre mezzo milione di euro destinato alle squadre di pronto intervento (Pis), quelle che dovrebbero intervenire su segnalazione dei dissesti. Ora le squadrette arretrano e avanza il software. La verità è che sul fronte della manutenzione stradale siamo all’anno zero: ci sono buche dalle quali tracimano prati fioriti. Prevenire è meglio che curare, d’accordo. Ma anche curare - cominciando a riparare le buche esistenti, per esempio - non sarebbe male. Magari facendolo sul serio, senza rattoppi che si rivelano, il più delle volte, una presa per i fondelli.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino