C'è una «aria più leggera, fresca», ma «non di festa» nei corridoi del liceo ginnasio Sannazaro di Napoli. È così che i...
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«La nostra prima richiesta al reggente che arriverà speriamo in brevissimo tempo - ha affermato Ciro Di Gennaro, del Coordinamento dei genitori - è quella di 'pacificazionè. Ora è tempo di lasciare ai ragazzi la serenità di studiare proficuamente. Ciascuna delle componenti in gioco, noi genitori, i docenti, i ragazzi che sono protagonisti, deve assumersi la propria responsabilità per trovare una soluzione».
Oggi ragazzi e genitori - che ieri sera hanno festeggiato in piazza con spumante alla notizia della decisione del direttore scolastico regionale, Luisa Franzese - hanno avuto una prima riunione informale durante la quale sono state fatte ipotesi che i rappresentanti degli studenti illustreranno agli altri ragazzi nella prossima assemblea di istituto: mantenere l'orario su 5 giorni, invece di 6 e ruotare una volta a settimana, non per forza il sabato; un doppio ingresso con orari sfalsati, mantenendo il sabato libero per tutti; la ricerca di spazi aggiuntivi all'esterno oppure all'interno con rapidissime ristrutturazioni.
«Siamo soddisfatti non per chi è andato via - ha spiegato Ciro Di Gennaro - ma perché è stato ripristinato il diritto allo studio. Hanno dimostrato una maturità notevole per ragazzi della loro età: non hanno mai alzato i toni né preteso che non si entrasse a scuola. Ora sono più forti». I ragazzi, attraverso i rappresentanti di istituto, hanno fatto sapere che la sospensione della preside «è la prova che di fronte a un gruppo unito di persone, i risultati arrivano». Soprattutto perché gli studenti rivendicano di aver avuto, fin dall'inizio, «un atteggiamento mai sopra le righe». È stato, così, ripristinato, dal loro punto di vista, «il diritto allo studio», la «possibilità di apprendere e imparare stando in classe, senza perdere tempo». Ed è, in ogni caso, una «vittoria» frutto di «battaglie che vanno avanti da anni» perché, spiegano, «la Colantonio non ha mai preso alcuna decisione ascoltando le nostre voci, le nostre richieste». «Ci siamo dimostrati uniti e fermi nel portare avanti le nostre richieste in questa vicenda - aggiungono - e siamo stati premiati». Insomma, il non aver fatto «casino solo per evitare la scuola», ma aver dimostrato con i fatti che loro a scuola ci volevano andare, «ha dato i suoi frutti».
Il Mattino