Oltre cinquanta testimoni ascoltati, due indagati e ancora altre persone informate dei fatti da ascoltare. Questo pomeriggio tocca a due parlamentari, vale a dire Marco Di...
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Difeso dal penalista Carlo Di Casola, Madonna è stato chiaro: «È stato Mola a portarmi tredici schede da autenticare, la scrittura di quei modelli non mi appartiene. Io ho solo messo la firma». Versione respinta dal diretto interessato. Difeso dal penalista Bruno Von Arx, Mola non ha lasciato spazio a concessioni: «Non ho portato io quei modelli a Madonna, la sua ricostruzione è falsa». Dunque? Venerdì scorso il blitz nello studio di Mola, la finanza a caccia di alcuni documenti. Cosa cercavano? Puntavano ad agende, taccuini, insomma a qualsiasi appunto scritto da cui trarre esempi della «grafia» di Mola. Insomma, al di là del «saggio» lasciato dall'ex assessore comunale nel corso del suo interrogatorio, ci sono altri pezzi di carta che vanno analizzati. Ed è da questo primo spulcio che sta emergendo un'ipotesi da mettere a fuoco: le nove schede sarebbero state compilate da due mani diverse. Condizionale obbligatorio, dato lo stato iniziale dello screening, ci sarebbero due estensori dei modelli di accettazione alla candidatura risultati falsi.
Quanto basta a ragionare sugli atti, con l'obiettivo di tirare le somme a stretto giro.
Il Mattino