Come in una sorta di fiction, dove ognuno ha il proprio ruolo e sa che deve recitare una parte che si va a incastrare in una trama più ampia. Come in una sceneggiatura anni...
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Un filone parallelo a quello dell’assenteismo che sembra dare i suoi frutti. Tanto che gli inquirenti hanno la convinzione di aver individuato il modo, la strategia, il sistema organizzato per creare vittime posticce di incidenti mai avvenuti. Orari, nomi e iter amministrativi consentono di immaginare l’esistenza di una sorta di organizzazione, che agisce - o ha agito almeno fino a qualche mese fa - sempre nello stesso modo. Potendo contare su ruoli diversi, su innesti di personaggi sempre nuovi. E le telecamere messe per mesi dai carabinieri del Nas a registrare l’esercito di furbetti del cartellino, hanno immagazzinato anche altre anomalie che riguardano proprio la storia dei finti incidenti. Funzionava più o meno così: gran parte degli incidenti registrati nelle pratiche sequestrate in questi giorni riguardavano le ore notturne, quando il Pronto soccorso fa registrare un afflusso non necessariamente da livello di emergenza. Sullo sfondo della telecamera, si vede arrivare una persona che non sembra avere alcun problema di deambulazione, che entra negli uffici al pian terreno, quelli del pronto soccorso.
Probabilmente all’interno c’è qualcuno che lo aspetta, che lo riceve: un infermiere, un barelliere, magari un medico di turno, insomma qualcuno che dà inizio a una pratica sotto il profilo formale. Un iter amministrativo che è soprattutto una sorta di commedia destinata ad entrare in una richiesta di risarcimento del danno per un incidente mai avvenuto. Ma torniamo all’ingresso dell’ospedale. C’è chi accende il computer e registra nome e cognome, per poi certificare il falso: che attesta l’esistenza di un trauma, tipo frattura o contusione, che crea un’esigenza immediata di esami clinici.
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Il Mattino