Ore 14,30. Il sole picchia forte e scioglie l’asfalto davanti al pronto soccorso del Loreto mare mentre la colonnina di mercurio del termometro della vicina farmacia segna 36...
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I pazienti vengono così portati all’interno della struttura, passando per la sala d’attesa dove l’aria condizionata, sia pure messa a manetta, viene comunque mitigata dalla presenza di una cinquantina di ”accompagnatori” di altrettante persone accorse in cerca di aiuto. L’anticamera è piena come un uovo. Mentre all’interno del pronto soccorso, presidiato da una mezza dozzina di guardie giurate - pronte a scongiurare aggressioni, assalti, litigi - medici e infermieri si affannano per ricucire ferite, effettuare elettrocardiogrammi, dare insomma soccorso a chi ne ha bisogno.
Al Loreto mare, dove l’emergenza è di casa, si lavora a pieno regime. Gli accessi sono aumentati in maniera esponenziale come accade puntualmente ad agosto. Mentre l’organico del personale è ridotto di oltre il trenta per cento per le ferie estive. E le due tac sono fuori servizio costringendo, chi ne ha bisogno, a un trasferimento in ambulanza fino all’Ascalesi.
Ma vediamoli i numeri del nosocomio di via Marina, ospedale di frontiera che accoglie un’utenza non soltanto cittadina ma anche dei comuni vicini: da Portici a San Giorgio a Cremano, talvolta fino a Torre del Greco ed Ercolano. Fanno sapere dalla direzione che tra sabato, domenica e ieri mattina hanno bussato alla porta dell’ospedale in cerca di aiuto 608 persone. Mentre dal 27 luglio scorso gli accessi sono stati 1281.
Vale a dire che negli ultimi giorni la media quotidiana degli accessi supera le duecento unità. Troppo per un ospedale che conta, nella normalità, complessivamente 157 medici e 229 infermieri e che a luglio e ad agosto deve decurtarne almeno un terzo.
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