Non poteva sedersi a tavola, perché non ritenuta all'altezza. Angela, nome di fantasia, 40 anni, doveva solo servire, niente altro. Se le figlie tornavano tardi da...
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Proprio ad una poliziotta, Angela tra le lacrime ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia. Lei che anche quando gli agenti hanno bussato alla porta ha negato che fosse successo qualcosa, nonostante i segni delle percosse sul volto e sul corpo. Dietro Angela c'era lui, come sempre, che impugnava un grosso coltello da cucina minacciandola di stare zitta. Ma i poliziotti lo hanno sentito e il blitz l'ha salvata.
Madre di cinque figli, tre femmine e due maschietti più piccoli di età compresa tra i sedici e gli otto anni, frutto di due matrimoni precedenti, Angela ha portato allo scoperto quanto subiva. Ha raccontato, così che quando il convivente ospitava sua figlia di 4 anni in casa, non poteva sedersi a tavola, in quanto a suo dire non era all'altezza, ma le veniva chiesto, a lei ed ai suoi figli, di prodigarsi per servire il pranzo o la cena. A causa delle botte aveva anche perso il posto di lavoro. Il compagno violento, infatti, oltre a non consentirle di ricorrere a cure mediche, per la frattura del setto nasale che le aveva procurato, le aveva imposto di non uscire da casa per non farsi vedere da nessuno con il volto tumefatto, sottraendole le chiavi dell'appartamento ed il telefono cellulare per due mesi.
L'uomo è stato arrestato dai poliziotti in quanto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, atti persecutori e lesioni e minacce gravi. Intanto continua l'azione di sensibilizzazione della Polizia di Stato: il Camper contro la violenza sulle donne per martedì 24 ottobre sarà nel quartiere Ponticelli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino