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Si svolgeranno a Napoli il 20 e 21 marzo 2022 le manifestazioni per la XXVII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e, in contemporanea, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina. In questi anni, infatti, «si è formata una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali per un grande percorso di cambiamento dei territori nel segno di Libera - spiegano dall'associazione fondata da don Luigi Ciotti - tanto che la giornata è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano».
Da allora numerosissime le iniziative e i percorsi di cambiamento proposti e realizzati: beni confiscati, educazione alla corresponsabilità, campi di formazione, accompagnamento delle vittime e di chi ha fatto scelte forti di allontanamento dal contesto mafioso, formazione scolastica e universitaria, sono solo alcuni degli snodi più importanti dell'impegno collettivo. «Anche le mafie hanno modificato il loro modo di agire, rendendosi in alcuni casi più nascoste ma più invasive e pericolose per le nostre comunità e la nostra economia.
«La pandemia - sostiene Libera - ha generato ulteriori occasioni di profitto e controllo sociale per le mafie, in un sistema di collusioni già collaudato, capace di relazioni profonde con il mondo politico ed economico. Siamo certi vi sia un diritto-dovere alla verità che ha un valore pubblico fondamentale per uno Stato che voglia dirsi democratico È il momento in cui dare spazio alla denuncia della presenza delle organizzazioni criminali mafiose e delle connivenze con politica, economia e massoneria deviate». Il 21 marzo è un momento di riflessione, approfondimento e incontro attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, che hanno subito una grande lacerazione.
Occorre perciò «costruire insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle persone, che chiedono il diritto fondamentale e primario alla verità, che appartiene alla vittima, ai suoi familiari e a noi tutti. Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee».
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