Più che di spogliarsi Giuseppina Piunti sembra preoccupata del fatto che qualcuno potrebbe fotografarla senza veli. E ha chiesto alla direzione artistica di lanciare un...
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Dunque, signora Piunti, lei evoca i quadri di Goya in scena?
«Ho accettato di spogliarmi ma solo dopo una lunga trattativa con il regista e perché si giustifica con l'operazione scenica».
In che senso?
«Non è un nudo e basta. In effetti non era opera facile da mettere in scena, si cercava una chiave ed è nata l'idea di questa sorta di tour in un museo».
E a lei tocca rifare la «maya» desnuda.
«Ci ho pensato un po', è chiaro che è una scena molto breve, si giustifica nel suo contesto, aspetta di notte in giardino l'amante e vuole rassicurarlo sulla sua fedeltà, ma non succede null'altro, è anche difficile cantare con le mani dietro la nuca e la testa voltata di lato, il diaframma protesta, ma tant'è...».
Il Mattino