Medico ebreo arrestato a Napoli per truffa: «Mi perseguitano perché sono fuggito da Mosca»

Medico ebreo arrestato a Napoli per truffa: «Mi perseguitano perché sono fuggito da Mosca»
Russia, Israele, Italia. Si chiude a Napoli la triangolazione di un affaire giudiziario che ha portato all’arresto di un luminare della medicina ortopedica con doppio...

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Russia, Israele, Italia. Si chiude a Napoli la triangolazione di un affaire giudiziario che ha portato all’arresto di un luminare della medicina ortopedica con doppio passaporto, russo e israeliano appunto. Una vicenda che ha per più di un motivo del paradossale, dal momento che il dottor Isak Pichkhadze, a 71 anni, è finito in una cella dell’“inferno Poggioreale” dopo aver messo piede all’aeroporto di Capodichino con un’accusa che pare costruita ad arte dal governo di Mosca: truffa. E adesso il caso, da giudiziario, rischia di diventare anche diplomatico.

Mentre nel mondo le intelligence internazionali sono ancora a caccia di pericolosi terroristi, narcos, fiancheggiatori di regimi totalitari e assassini di ogni risma, l’anziano medico che ha rivoluzionato i metodi di cura ortopedica salvando migliaia di vite viene dal 2019 ricercato dall’Interpol sulla base di un reato che uno scienziato del suo calibro non avrebbe mai potuto commettere: una frode per poco più di duemila euro, che peraltro sarebbe stata commessa in Russia, ma della quale non vengono forniti dalle autorità giudiziarie moscovite dettagli e particolari.

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Fatto sta che il 71enne, appena messo piede in Italia per una vacanza che iniziava proprio da Napoli, viene bloccato dalla Polizia di frontiera. Controllando i suoi documenti, dal terminale si illumina una lucina rossa che segnala il nome di Isak Pichkhadze nella lista dei ricercati dall’Interpol. Pur non avendo mai rinunciato a mantenere il passaporto della Federazione russa, il medico vive in Israele ormai dal 2009, dove chiunque - ebreo - può trovare patria in base al principio dell’Aliyah, il sacro diritto a tornare nella terra d’Israele. Si procede così al suo trasferimento nel carcere di Poggioreale. Qui il ricercatore viene trattenuto per due lunghi giorni, nonostante l’età avanzata e nonostante si trovi in non buone condizioni di salute.

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Le sue figlie contattano immediatamente l’avvocato Ismaele Brancaccio, esperto in materia penale e di estradizioni internazionali. Il legale si muove immediatamente, e riesce a incassare - in sede di udienza di convalida dell’arresto, celebratasi giovedì scorso davanti al consigliere delegato della Corte di Appello di Napoli della ottava sezione - un primo, importante successo: pur convalidando l’arresto, il giudice scarcera Pichkhadze e lo assegna agli arresti domiciliari in un albergo, affidandone la sorveglianza alla polizia.

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Martedì sarà una giornata decisiva per le sorti del medico-ricercatore israeliano: durante l’udienza camerale di dopodomani nella quale la Corte di Appello è chiamata a decidere se avviare le procedure per l’estradizione in Russia, il professionista sarà ascoltato dal giudice. Al quale spiegherà di essere un perseguitato, che proprio nel 2009 - al culmine di una campagna razziale antisemita andata in scena in Russia - venne minacciato dalle autorità governative del Cremlino a non lasciare Mosca. Lui non obbedì al diktat, e così sarebbe stata costruita l’accusa di truffa, peraltro risibile per l’entità (120mila rubli, pari a duemila euro). «È una evidente persecuzione da parte della Russia - dichiara l’avvocato Brancaccio - Uno Stato nel quale la magistratura non gode di alcuna indipendenza rispetto al potere politico. In caso dovesse essere disposta l’estradizione, Pichkhadze verrà rispedito a Mosca per andare incontro a morte certa». Del caso si sta occupando anche il consolato israeliano a Roma, con in prima linea il console generale Hanoch Amedi.


 

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Il Mattino