È scomparso a 94 anni Alfonso Chiarazzo, uno dei decani di cantaNapoli, come amava definirsi lui, fiero della sua iscrizione alla Siae nel 1952. ...
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Nato il 14 novembre 1924, esordi come poeta, ma si fece presto paroliere partecipando al «Giugno canoro» del 1961 con «Tutt''e dduie», testo suo e di Mallozzi, musica di Renato Ruocco. L'anno successivo era già pronto per Piedigrotta («Appriesso a nu suonno»), poi toccò al Festival di Napoli. I suoi maggiori successi autorali sono «Malufiglio» (che lanciò nel 1962 Mario Merola, ma era stata incisa un anno prima da Pino Mauro, e successivamente è stata ripresa da Mario Trevi), su musica di Matassa e ispirato a un fatto di cronaca, «Ciento catene» (ancora Merola, ma anche Maria Paris, al Festival di Napoli del 1966, musica di Ruocco), «Freva e gelusia» (di nuovo Merola e la Paris, di nuovo al Festival di Napoli, del 1967, musica di Palliggiano), «Lucia Catena». Canzoni scure, dolenti, melodrammatiche, predisposte a diventare sceneggiate in una Napoli popolare che consumava ancora quel rito, e sceneggiate ne fece più che volentieri Chiarazzo, portando in scena «Malufiglio», tre atti comici su musica di Vincenzo Vitale, ma anche «Ciento catene», «Lucia Catena» e le meno ricordate «Nanninella Esposito», «Pecché sto carcerata», «Guaglione mio». Poi si trovò a fare i conti con il lento estinguersi di cantaNapoli: poco propenso al rinnovamento come allo scimmiottare i venti nuovi che arrivavano dalla città giovanile che parlava un altro dialetto, contaminato, ed amava altri suoni, meno melodici, ed altre vocalità, Chiarazzo non smise di scrivere, di mettersi al servizio di veterani in cui credeva e di giovani che riteneva sincere promesse. Oltre a Merola, Trevi, Mauro, ha vergato versi per le ugole di Nunzio Gallo, Mario Abbate, Mario Da Vinci.
I suo funerali si terranno alle 10.30 nella chiesa di San Ferdinando. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino