Napoli, morto l'avvocato Stile. I colleghi: «Ha dato vita a una Scuola forense»

Napoli, morto l'avvocato Stile. I colleghi: «Ha dato vita a una Scuola forense»
Aveva conosciuto la malattia in altre occasioni, ma l'aveva sconfitta e respinta, usando l'amore per il lavoro, per la ricerca e per la propria famiglia. ...

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Aveva conosciuto la malattia in altre occasioni, ma l'aveva sconfitta e respinta, usando l'amore per il lavoro, per la ricerca e per la propria famiglia.


Ieri notte invece non ce l'ha fatta, Alfonso Maria Stile, una delle più fulgide e autorevoli personalità del mondo forense e accademico in Italia.
Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo agosto, oltre cinquanta anni dei quali vissuti da protagonista sia con la toga sulle spalle nelle aule di giustizia, sia all'università e nei centri di ricerca italiani ed europei.

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IL LUTTO
Un galantuomo napoletano, di animo gentile ed elegante, istintivamente disponibile ad aiutare i colleghi, specie se più giovani, al punto da dare vita a una vera e propria scuola forense, con tantissimi professionisti che si sono formati grazie al suo insegnamento. Sorridente, pacato ma determinato nell'affermare il ruolo dell'avvocatura nella giurisdizione, ironico e aperto al confronto.


Nella sua carriera da libero professionista, ha seguito tante difese eccellenti, dagli anni di Tangentopoli all'ex cardinale di Napoli Michele Giordano; dal caso del giudice Carnevale, fino ad impegnarsi - in anni più recenti - nei processi Calciopoli, Impregilo, Astaldi, nell'inchiesta dell'ex presidente dell'Autorità portuale Francesco Nerli, fino al successo nella difesa nel processo sul disastro ferroviario di Viareggio.


LA CARRIERA
Una carriera da protagonista, condotta in parallelo rispetto all'attività di docente universitario, intrapresa da giovanissimo, quando aveva appena 26 anni: prima ad Urbino, poi alla Federico II e infine alla Sapienza.
Saldamente radicato nella tradizione giuridica napoletana, ma anche capace di dialogare con altri contesti culturali in Italia e all'estero. Una vocazione europea che lo ha portato a formarsi anche in Germania, a essere preside dell'Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali di Siracusa e vicepresidente dell'Association Internationale de Droit Penal e presidente del Gruppo italiano di questa prestigiosa associazione. Ieri mattina la notizia della morte del professor Stile è letteralmente esplosa sui siti di informazione e sui circuiti social, a conferma di una autorevolezza (e di una modernità) che gli era riconosciuta da esponenti di generazioni differenti. In tanti ieri hanno chiesto al Mattino (giornale che amava e seguiva da ragazzino) di ricordare il suo magistero e la sua esperienza professionale: ha contribuito come pochi allo sviluppo delle idee penalistiche - è la sintesi di tanti interventi di amici e colleghi -, traducendo la dottrina in prassi forense.


LA FAMIGLIA
Lascia la sua amatissima moglie, la signora Mariolina, per cinquanta anni compagna e testimone di vita, la figlia Annalisa (stimata penalista napoletana che ha raccolto il testimone paterno nelle aule di giustizia), il figlio Giancarlo, ricercatore universitario.


I funerali si terranno questa mattina alle 11, nella parrocchia di Santa Lucia a Mare, in via Santa Lucia.

 

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Il Mattino