Da una parte l’ente proprietario, la Mostra d’Oltremare. Dall’altra il gestore, ovvero la società Acquachiara. In mezzo, una discreta fetta di agonisti e...
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Chiuso apparentemente per motivi tecnici, laddove invece il guasto causato da un temporale è stato soltanto un pretesto. Storie di utenze non più corrisposte e di richieste di risarcimento danni non evase, un sottile equilibrio tra le parti che difficilmente avrebbe resistito a lungo, un finale inevitabile che penalizza soprattutto i venticinque dipendenti della struttura sportiva rimasti senza lavoro.
In quanto inserito all’interno del parco, il centro “Wedo” è di proprietà dell’ente Mostra che lo aveva concesso alla società Acquachiara in gestione dopo regolare gara di appalto. Parte da qui la spiegazione dei fatti di Giuseppe Oliviero, consigliere delegato del Cda della Mostra d’Oltremare: «La concessione è scaduta da tre mesi ma il vero problema è che non sono stati eseguiti gli adempimenti dovuti. Stiamo parlando di una massa debitoria consistente, frutto di anticipi da parte nostra sulle utenze di acqua e corrente che non ci sono stati mai riconosciuti. Più volte abbiamo concordato vari piani di rientro, pure questi disattesi. Non potendo la Mostra erogare utenze gratis, si è reso necessario il distacco».
Oliviero non è ottimista sulla conclusione indolore di tutta la vicenda. «A questo punto nemmeno se l’Acquachiara ci risarcisce totalmente avrà diritto alla concessione. Dovrà partecipare a un nuovo bando, ammesso che la Mostra decida di procedere all’assegnazione attraverso un’ulteriore gara di appalto. Ma abbiamo mezzi e capacità per andare avanti da soli, quello che fa rabbia è tenere il pubblico lontano dalla struttura. Purtroppo temo che il black-out durerà a lungo in sede legale ma se l’Acquachiara ci restituisce le piscine, come da scadenza contrattuale, in sette giorni saremo in grado di riconsegnarle ai napoletani».
Franco Porzio l’olimpionico vinci-tutto della waterpolo napoletana, è il numero uno dell’Acquachiara. Ha poco o niente da dire sulla faccenda, commenta invece Massimo Pezzuti, direttore dell’impianto e interlocutore dell’ente Mostra. «Abbiamo affidato l’intero incartamento ai nostri avvocati, ci sono palesi violazioni di proprietà privata. Il contratto di gestione scade nel 2024, sono stati loro a revocarlo in maniera arbitraria e unilaterale. Lamentiamo l’illegittimità del provvedimento forzato e altri vizi occulti e strutturali che in dieci anni hanno provocato danni per circa tre milioni di euro. Su tutti, l’abolizione del parcheggio interno da parte della Mostra, che ha fatto crollare il nostro piano finanziario. Oltre ad aver allontanato, per oggettive difficoltà legate alla viabilità, almeno il sessanta per cento degli sportivi: erano milleduecento tre anni fa, cinquecento fino a ieri».
Oggi, purtroppo, zero. E stiamo parlando di una struttura perfettamente funzionante. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino