La storia aggrovigliata del parcheggio partenopeo si arricchisce di un nuovo capitolo. Siamo in piazza Vittoria, a ridosso del Lungomare, zona sempre particolarmente «calda»...
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Niente più spazi per i mezzi a due ruote, quelli che prima erano parcheggiati a decine. Cosa è successo? Dal Comune spiegano che «come scritto nelle premesse della delibera, il provvedimento riguarda un caso di disabilità in un palazzo della zona, alla Riviera di Chiaia – dice l’assessore comunale alle Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità Mario Calabrese - di conseguenza c’è bisogno di liberare lo spazio per permettere l’accesso e gli spostamenti del disabile e agli ospiti disabili. I motorini da lì andranno via certamente. Ancora non sappiamo però se sarà il caso di spostarli tutti o solo quelli della porzione centrale, antistante al palazzo in questione».
In giro per piazza Vittoria si incontra Fabio. Un giovane in cerca di parcheggio da venti minuti abbondanti: «Ovviamente il diritto dei disabili è sacrosanto – sospira – ma quale soluzione troveranno per i cittadini? Quella di far spendere soldi nei parcheggi a pagamento anche a chi come me non può permetterselo?». Il signor Pietro, anziano, non va in motorino ma ascolta la frase del ragazzo e aggiunge: «Se almeno i mezzi pubblici i zona fossero più rapidi e frequenti la situazione dei parcheggi potrebbe essere meno caotica. Invece…». Poi si volta e riprende il lento cammino sorridendo a mezza bocca, come chi, in mancanza di soluzioni, è però soddisfatto dello sfogo appena fatto.
«Si tratta di una decisione del tutto funzionale al caso specifico – conclude l’assessore Calabrese – dietro non c’è nessun ragionamento strategico sulla zona piazza Vittoria - Lungomare». In ogni caso, le vie tra Chiatamone, piazza Vittoria, Riviera di Chiaia, la pedonale via Partenope sono fatte di strade in cui i cittadini, come Indiana Jones del parcheggio, spendono ore intere all’avventurosa ricerca di un posto auto o moto. Vie segnate dal caos veicolare, spesso, volentieri e purtroppo complicato da cantieri (della metro), buche (dell’asfalto) o crolli (Palazzo Guevara).
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Il Mattino